Cresce inaspettatamente in Italia la domanda di nuove residenze ai comuni di montagna. Sulle Alpi ma anche sugli Appennini. La notizia, approfondita in un articolo della Stampa da Gianni Giacomino, fa riflettere su un aspetto delle vacanze estive 2020.
Era previsto, infatti, in una qualche misura, che tanti italiani avrebbero percepito la montagna sarebbe come più “sicura” rispetto al mare. Riguardo, naturalmente, ai possibili contagi di coronavirus. Tuttavia appariva meno probabile che ci fosse una “corsa” al trasferimento sui monti, lasciando le residenze in città.
Nei prossimi mesi si potrà verificare se la tendenza a un più o meno grande spopolamento delle metropoli è effettiva. O se, al contrario, il fenomeno in corso sia un “fuoco di paglia”. Un po’ come la corsa ad acquistare biciclette grazie al bonus del governo, salvo il fatto che in molte città le bici non si vedono già più.
Di certo, dalle valli prealpine del Torinese alla montagna della Sila in Calabria, gli italiani che hanno ricoperto la bellezza della natura quest’anno sono aumentati. Fra luglio e agosto molte località montane italiane hanno beneficiato dell’ “effetto paura” nei confronti di viaggi all’estero e spiagge affollate.
Invece di andare sulle isole o stanziarsi lungo i litorali adriatici sempre affollati, tanti cittadini hanno ripreso la strada dei piccoli comuni sulle Alpi. E hanno riscoperto paesi semplici ma belli come pochi altri in Europa.
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