Uno straordinario caso di resistenza fisica e di salute eccezionale, malgrado tutto. È quello di una donna di 105 anni. La signora è stata operata a Firenze per una frattura al femore, della gamba destra. I medici hanno eseguito l’intervento nello stesso reparto di ortopedia e traumatologia dell’ospedale San Giovanni di Dio a Torregalli dove la donna si era già sottoposta nel 2018 a un’operazione per una frattura al femore. Allora però il trauma riguardava la gamba sinistra.

Intervento riuscito

L’operazione, malgrado la delicatezza del caso, ha avuto pieno successo. Lo rende noto, martedì 8 settembre, la Asl Toscana Centro spiegando che l’intervento, che i medici hanno eseguito nel giro di circa 24 ore dall’evento che ha causato il trauma, è “andato bene”. “Le tecniche che utilizziamo nel nostro reparto – ha detto il direttore di traumatologia e ortopedia del San Giovanni di Dio, Ferdinando Del Prete – permettono di mettere in piedi precocemente i pazienti dopo l’intervento. Considerata la paziente anziana e il fatto che abbia già subito due interventi, con la signora ci prenderemo un po’ più di tempo”.

Ottima reazione della paziente

La paziente ultracentenaria, riferisce sempre la Asl, “è sempre rimasta lucida e cosciente e dopo l’operazione ha ripreso a colloquiare normalmente. Quando è stata ricoverata ha riconosciuto gli ambienti di due anni prima. Ora è in reparto, è serena e con l’aiuto dei medici e degli infermieri si appresta a riprendere a camminare. Già dopo il primo intervento, la signora è tornata alla sua vita da ultracentenaria. A casa l’aspettano i familiari che l’aiuteranno nella fisioterapia e nel necessario percorso di riabilitazione per tornare a deambulare”.

“Usiamo tecniche mini invasive”

Per gli interventi al femore nei pazienti cosiddetti fragili, il reparto di traumatologia e ortopedia di Torregalli si avvale della collaborazione dei geriatri dell’Azienda sanitaria. Il reparto, spiega sempre la Asl, “è all’avanguardia per il trauma chirurgico, per praticare interventi con tecniche mini invasive. E per aver sviluppato con gli anestesisti un miglioramento anche delle tecniche anestetiche che consentono di tornare a camminare in pazienti di età più giovane, anche solo dopo due-tre ore dall’intervento”.