“È una situazione molto grave quella che si sta verificando” in Europa. L’organizzazione mondiale della sanità, che ha sede a Ginevra, ha lanciato un accorato allarme giovedì 17 settembre. Secondo l’Oms i nuovi casi settimanali di coronavirus nel Vecchio continente “hanno superato quelli segnalati quando la pandemia ha colpito per la prima volta a marzo”.
Si tratta dunque di un quadro tutt’altro che rassicurante. Le parole che riportiamo sono di Hans Kluge, il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità. “Oltre metà dei Paesi europei – ha sottolineato nel corso di un briefing online – hanno registrato aumenti di oltre il 10% nelle ultime due settimane. E in sette Paesi l’incremento è stato pari a più del doppio”.
Questi numeri, ha concluso Kluge, rappresentano un “trend allarmante”. E “devono essere una sveglia per tutti“. Il messaggio è chiaro. Sebbene ci si avvicini giorno dopo giorno a un vaccino in grado di bloccare, almeno potenzialmente, la diffusione del virus, occorre tornare a essere molto prudenti.
Le regole che gli esperti raccomandano sono sempre le stesse. Mantenere le distanze quando incontriamo gli altri, indossare la mascherina, lavarsi spesso le mani. Sul fronte delle cure giunge intanto un’importante affermazione. La fa all’Ansa Piero di Lorenzo, presidente della Irbm di Pomezia. Si tratta della società che ha collaborato alla messa a punto del prototipo di vaccino con lo Jenner Institute della britannica Oxford University.
“I primi 2-3 milioni di dosi del vaccino anti Covid Oxford-Irbm-AstraZeneca – ha dichiarato di Lorenzo all’Ansa – dovrebbero arrivare all’Italia entro fine di novembre. Questo se la sperimentazione in corso procederà positivamente. La si era sospesa a causa di una reazione sospetta su un volontario poi dimostratasi non legata al candidato vaccino”. Se non si verificheranno criticità, dunque, “sarà rispettata – ha aggiunto – la tempistica”. Quella “già annunciata dallo stesso ministro della Salute Roberto Speranza”.