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Usa, è vietato scaricare TikTok e WeChat: “Sono minacce alla sicurezza nazionale”

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Il segretario al Commercio americano, Wilbur Ross, ha confermato che a partire dal domenica prossima 20 settembre i cittadini statunitensi non potranno scaricare WeChat e TikTok sui propri smartphone o altri devices. “Il Partito Comunista Cinese usa queste app per minacciare la sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia americana”, aggiunge il Dipartimento del Commercio.

Il divieto scatta per chiunque

Il punto, dunque, è “salvaguardare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti“. In sostanza i cittadini Usa – ma anche gli stranieri che si trovano nel Paese – non potranno più in alcun modo scaricare le app TikTok e WeChat. Si tratta, come è noto, di app di messaggistica di proprietà dei gruppi cinesi Tencent e ByteDance.

“La Cina ci minaccia”

Nella nota ufficiale del Dipartimento si sottolinea che i divieti “proteggono gli utenti negli Stati Uniti. Eliminano l’accesso a queste applicazioni e riducono notevolmente la loro funzionalità”. “Le azioni di oggi dimostrano ancora una volta che il presidente Trump farà tutto ciò che è in suo potere. L’obiettivo è garantire la nostra sicurezza nazionale e proteggere gli americani dalle minacce del Partito comunista cinese”, ha detto Wilbur Ross.

App che raccolgono dati sensibili

Sebbene “le minacce di WeChat e TikTok non siano identiche, sono simili”, spiega il Dipartimento. “Ciascuna app raccoglie vaste aree di dati dagli utenti, inclusa l‘attività di rete, i dati sulla posizione e le cronologie di navigazione e ricerca”. Dati che poi finirebbero in mano “ai servizi di intelligence del PCC”. In questo modo creando “rischi inaccettabili per la nostra sicurezza nazionale”.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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