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Donne con la mascherina? Niente rossetto, crollano le vendite: vola il mascara

Il rossetto così amato da molte donne è in difficoltà. Per meglio dire, le industrie che producono per la cosmesi, e in particolare i rossetti, sono penalizzate in questo 2020 devastato dal coronavirus. Mettere il rossetto sotto la mascherina ha poco senso, a ben vedere, sebbene non manchi chi lo “indossa” ugualmente. E così la situazione economica del settore precipita.

Mascara, eyeliner e ombretto

Durante il lockdown della scorsa primavera il crollo delle vendite dei rossetti nel mondo è stato del 75%. L’istituto Nielsen, che fa ricerche sul mondo dei consumi e sui mercati a livello mondiale, rileva che in realtà è tutto il mercato dei cosmetici a soffrire. Complessivamente questo segmento ha perso finora il 17% delle vendite abituali nei primi otto mesi di quest’anno. Con tre piccole eccezioni, in realtà: mascara, ombretto e eyeliner, che sono un po’ più richiesti di prima.

Una crisi senza precedenti

Secondo i dati riportati da RSI-Radiotelevisione svizzera, quella attuale è una crisi senza precedenti per l’uso e la produzione del rossetto. Neanche lo choc degli attentati alle torri gemelle a New York indusse un calo del genere. Anzi, le vendite di rossetto aumentarono dell’11%. Lo stesso nel 2008 dopo il fallimento della Lehman Brothers, il terribile crack finanziario che scatenò una recessione a livello mondiale. Le donne, forse anche per ravvivare la speranza di un futuro migliore, non rinunciarono al trucco e al rossetto.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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