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Coronavirus, cancellato il Carnevale di Rio: non accadeva da oltre un secolo

Rinviato a tempo indeterminato il Carnevale di Rio de Janeiro. Si sarebbe dovuto tenere il prossimo febbraio 2021 ma l’emergenza coronavirus ha imposto lo stop all’evento. Si tratta, come è noto, del carnevale che ogni anno attira milioni di persone da tutto il mondo. Bisogna tornare indietro nella storia fino al 1912, quasi centodieci anni fa, per trovare un precedente. E la notizia arriva dopo che il carnevale di San Paolo, sempre in Brasile, era già stato rinviato di otto mesi, fino all’ottobre 2021.

Quasi 140mila morti

Il Brasile, uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia, conta oltre 4,6 milioni di casi di Covid-19 e 139.808 morti. I dati ufficiali del 24 settembre parlano di 32.817 contagi e 831 decessi in 24 ore. Le scuole di samba che lavorano tutto l’anno alla preparazione del Carnevale di Rio avevano già messo in guardia. Senza un vaccino – era il messaggio – è difficile mantenere la tradizione.

Soluzioni alternative

C’è chi comunque studia una possibile soluzione alternativa. Come Jorge Castanheira, presidente di Liesa, la Lega indipendente delle scuole di samba di Rio. Si pensa, ha detto in dichiarazioni riportate dalla Bbc, “a qualcosa che si possa fare in sicurezza”. Ma ancora non si può annunciare una data e l’unica certezza è che le scuole di samba non avrebbero tempo a sufficienza per preparare l’appuntamento del prossimo febbraio. Il rinvio riguarda solo l’evento ufficiale, non i blocos (le feste di quartiere) che rendono il carnevale ancor più spettacolare con usi, costumi e tradizioni diverse. Inutile negare però che a causa dell’annullamento del Carnevale non mancano forti timori per le ripercussioni sull’economia.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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