Doveva aprire i battenti in zona Musei Vaticani il colosso americano del “caffè e co.” Starbucks, attesissimo dai fan del frappuccino, dei caffè di tutti i tipi, di muffin e torte deliziose. Invece il primo negozio della capitale aprirà in Piazza San Silvestro.
Quanti sono i romani che attendono, dal 2017, data del primo annuncio di prossima apertura, un punto vendita Starbucks? Presto, qualche mese al massimo, saranno accontentati, anche se la location è diversa da quella iniziale.
In principio infatti era stata scelta una zona nei pressi dei Musei Vaticani, dove abbondano i turisti. Viale dei Bastioni di Michelangelo era l’indirizzo che in molti avevano già segnato sul taccuino. Invece ora dovranno aggiornare l’agenda. Perché Starbucks aprirà all’interno di Palazzo Maringoli con ingresso da Piazza San Silvestro, a un passo da Via del Corso, Via del Tritone, Fontana di Trevi, Piazza Colonna. Il punto vendita prenderà il posto di una banca chiusa e smantellata ormai da parecchio.
A decretare il “cambio di rotta” è stata la recente pandemia di Covid-19, che ha portato come spiacevole conseguenza una diminuzione dei turisti generalmente assembrati davanti ai Musei Vaticani: una fila lunghissima che, con un frappuccino alla vaniglia in mano, sarebbe stata decisamente più gradevole da sopportare.
Quello di Piazza San Silvestro non sarà l’unico punto vendita Starbuck’s della capitale: rimane in vigore il progetto del negozio in zona Musei Vaticani e anche uno all’interno della Stazione Termini, gioia e delizia de pendolari e fruitori del servizio pubblico.
L‘inaugurazione è prevista tra qualche mese. Sicuramente i primi tempi sarà impossibile mettere le mani sul classico cappuccino al caramello o al cioccolato con doppia panna, vista l’affluenza di pubblico dalle vie dello shopping, dai tanti uffici circostanti e persino dagli Organi Costituzionali.
Chissà se, vista la vicinanza con Camera dei Deputati e Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche qualche deputato o ministro deciderà di farsi largo tra la folla per agguantare cappuccino con latte di soia e muffin ai mirtilli come dolce pausa tra un decreto e una commissione.
Certo, il caffè tradizionale di Starbucks non sarà mai buono come il nostro espresso italiano, la cui prelibatezza è frutto non solo della miscela di caffè ma anche della mano del barista. Oltretutto costerà di più. Ma diciamoci la verità: chi mai entra in uno Starbucks per bere un caffè tradizionale?
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