Attraversare le selve e scriverne è diventato il mio modo di abitare il tempo (…) un Homo radix, un fauno che cavalca in un mondo compreso fra la carta e la corteccia”. Così dice di sé Tiziano Fratus nella sua ultima opera, Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio (Aboca), da poche settimane in libreria. Lo scrittore e poeta appassionato della natura è un instancabile ricercatore del legame profondo, ineludibile, fra gli esseri umani e gli alberi. Gli esseri viventi forse più centrali nella sua filosofia e nella sua dinamica letteraria.

“Ansimare per il clima”

Tutto questo ansimare nei confronti del clima e dei cambiamenti climatici – dichiara Fratus a VelvetMag che lo interpella – ci porti verso un mondo meno martoriato, non sia solo retorica“. Non basta infatti dirsi amanti o difensori del pianeta. Dobbiamo vivere – è questa la spinta ideale dello scrittore piemontese ai lettori – una relazione autentica con gli alberi, le foreste, i fiumi, i boschi, gli altri animali, poiché facciamo parte di tutto questo. Non siamo “altro” da questo. A un bosco come a tutta la natura diamo e da essa riceviamo.

La dendro-sofia

In Sogni di un disegnatore Fratus compie un periplo polifonico, realizza un’opera composta di versi e prose. Istantanee scattate tra i giardini e i boschi d’Italia. Meditazioni scritte sotto i ciliegi in fiore. Pagine dedicate a quel sentimento che l’autore chiama dendro-sofia, da dendron (albero) e sophia (conoscenza, esperienza, saggezza). Si chiede Fratus: come mai l’uomo, in tutte le epoche della storia, ha sempre sentito l’esigenza di tornare, presto o tardi, alle foreste, alla natura? In parte per dimenticare le città e le vite che oggi conduciamo in maniera forzata, per ritrovare la pace.

Homo radix

Le poesie e le riflessioni dell’autore di Sogni di un disegnatore di fiori di ciliegio sono ormai tradotte e pubblicate in dieci lingue e diciassette paesi. Durante i suoi viaggi in Europa, America ed Estremo Oriente, Tiziano Fratus ha coniato il concetto di “uomo/donna radice” (Homo radix). Da esso deriva una serie di opere legate all’identità e agli alberi monumentali pubblicate a partire dal 2010 con il volume Homo Radix. Appunti per un cercatore di alberi e il cui esito più consistente è la Trilogia delle bocche monumentali firmata per gli Editori Laterza fra il 2014 e il 2016. Oltre alla letteratura Fratus si occupa di fotografia. Ha disegnato itinerari botanici e guidato passeggiate per cercatori di alberi. Il regista Manuele Cecconello ha realizzato un documentario sul suo percorso, dal titolo “Homo Radix”, ambientato fra le sequoie più antiche d’Italia nel Parco Burcina, a Pollone (Biella).