Un eventuale lockdown nel periodo delle feste natalizie si trasformerebbe in un disastro economico per l’Italia intera. Si brucerebbero 25 miliardi di euro di spesa delle famiglie. Il dato emerge dal Rapporto Censis-Confimprese Il valore sociale dei consumi, che indica nel Natale l’orizzonte massimo di tenuta psicologica degli italiani di fronte a nuove restrizioni.
Milioni di posti di lavoro in pericolo
Alla fine di quest’anno, a causa della seconda ondata di vincoli in aggiunta al primo lockdown della primavera scorsa, si stima un crollo dei consumi per un valore complessivo di 229 miliardi di euro. Vale a del -19,5% in termini reali in un anno. A ciò bisognerebbe associare un taglio potenziale di 5 milioni di posti di lavoro. Il solo comparto retail – cioè il settore delle vendite al consumo – subirà, secondo le previsioni, una sforbiciata di 95 miliardi di fatturato. Pari al -21,6%. E nell’intero comparto si rischia la perdita di oltre 700.000 addetti.
Chiusure natalizie? Un disastro
“Meglio mille volte un lockdown a Halloween anziché a Natale” aveva dichiarato la settimana passata Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, al Messaggero. Bocca aveva ricordato come “gli italiani a dicembre spendano circa 100 miliardi di euro. L’intero Paese rischierebbe il tracollo in caso di lockdown natalizio. Serve, aveva spiegato, “un lockdown subito, ma non generalizzato come quello istituito all’inizio dell’emergenza. Le persone devono continuare ad andare in ufficio. Bisogna bloccare le attività considerate più a rischio e salvaguardare le altre”.
“Meglio uno stop mirato”
“Serve un lockdown mirato di due settimane.” “Un mese”, aveva dichiarato ancora Bocca al Messaggero, “rischia di rivelarsi eccessivo. Impossibile estenderlo fino alla prossima primavera, quando forse il vaccino sarà diventato una realtà tangibile. Poi è necessario che il nuovo lockdown sia coordinato a livello nazionale ed europeo, altrimenti una volta finito riprenderanno i contagi”. Inoltre, aveva infine dichiarato, per essere efficace la chiusura “deve essere estesa a tutto il Paese e possibilmente a tutta l’Ue. L’Europa deve agire come un solo Paese in questa fase”.