Ore di lavoro a tappe forzate, domenica 1 novembre, festa di Ognissanti, per il governo e gli enti locali. La sfida del nuovo coronavirus impone l’adozione di misure più forti per tentare di arrestare la crescita esponenziale dei nuovi contagi quotidiani. Siamo ormai a oltre 30mila nuovi casi al giorno in Italia, i morti non sono più qualche decina ma cominciano a essere centinaia. Entro lunedì 2 novembre il premier Conte firmerà un nuovo dpcm anti Covid. Stando alle ipotesi più accreditate è quasi certo il blocco dello spostamento fra le regioni più a rischio.

Lockdown? Non ancora

Lo stesso Conte ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di anticipare da mercoledì 4 a lunedì 2 novembre il suo intervento in Parlamento sulle misure contro la pandemia In modo da fare subito dopo una riunione e poi varare un nuovo dpcm. Le nuove limitazioni sono in via di definizione, spiega Giampaolo Grassi sull’Ansa. Per il momento non si parla di un lockdown totale, ma di chiudere per due o tre settimane le aree dove i contagi corrono di più. Si ipotizzano anche nuove limitazioni ai negozi, un freno agli spostamenti fra le regioni e un intervento sulla scuola. “La curva sta subendo un’impennata così rapida – ha ammesso Conte – che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza”.

Il nodo degli “hotel Covid”

Per la scuola una delle opzioni sul tavolo è quella di garantire lezioni in classe fino alla seconda media, con didattica a distanza dalla terza media in su. L’esecutivo starebbe valutando anche di predisporre degli “hotel covid”, dove ospitare i positivi che, altrimenti, rischiano di contagiare i familiari. “I numeri sono preoccupanti – ha detto Conte – e non c’è la palla di vetro”.

Zone rosse e chiusure mirate

L’obiettivo però è anche quello di istituire nuove zone rosse o prevedere chiusure “mirate”. Nel mirino ci sono le aree metropolitane di Milano, Napoli, Genova e Torino, una parte del Veneto e alcune regioni meridionali, come la Campania. Il governo invita le forze di opposizione ad aprire già immediatamente un tavolo di confronto permanente. Ma il centrodestra ha risposto picche: “Troppo tardi”. Il passaggio di lunedì in Parlamento, prima del dpcm, apre comunque una fase diversa. Vale a dire che ci sarà il coinvolgimento del Parlamento, e quindi anche delle opposizioni, prima del varo delle nuove normative.