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“Putin malato di Parkinson si dimetterà nel 2021”, come sta davvero lo zar?

La rivelazione arriva da un oppositore del presidente russo

Ombre scure sul Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin – lo “zar” in gergo mediatico e politico – sarebbe affetto dal morbo di Parkinson. Una malattia feroce, lenta ma inesorabile. Tanto che l’ex funzionario del Kgb, da due decenni il signore della Russia, sarebbe a un passo dalle dimissioni per motivi di salute. Pronto a rassegnarle fra poche settimane, all’inizio del 2021. A tracciare il fosco scenario è il tabloid inglese The Sun, al quale spesso si attribuisce, a torto o ragione, la diffusione di notizie non sempre incontrovertibili.

Dal canto suo il Sun cita fonti moscovite. Ma dal Cremlino arriva subito una secca smentita. “Questa è una totale assurdità – dichiara il portavoce di Putin, Dmitrij Peskov, citato dai media russi -. Il presidente sta bene ed è in eccellenti condizioni di salute”. Tutto chiaro? Può darsi lo sia per i russi. Di certo il tabloid britannico insiste. E, secondo quanto scrive, osservatori del Cremlino avrebbero detto che in un recente video Vladimir Putin mostrerebbe alcuni sintomi riconducibili al Parkinson. Come ad esempio le gambe in costante movimento, un’espressione di sofferenza nello stringere il bracciolo di una sedia e le sue dita che si contraggono mentre tiene in mano una penna.

Inoltre, spiega il Sun, le speculazioni su un possibile ritiro dello zar Putin sono cresciute all’inizio di questa settimana. Ovvero quando i parlamentari moscoviti hanno approvato alcune leggi per renderlo senatore a vita dopo le sue (eventuali) dimissioni. Al fine di garantirgli l’immunità legale fino alla sua morte. Sembra quasi di tornare a scenari vetero-sovietici. Quelli che potrebbero far riemergere alla memoria gli ultimi capi dell’Urss prima di Mikhail Gorbaciov, ormai anziani e irrigiditi, ma comunque sempre mostrati al popolo e in televisione fino all’ultimo.

La notizia riportata dal Sun si basa, almeno in parte, sulle dichiarazioni di un ex professore e analista russo, Valery Solovei. Un accademico divenuto politico e oppositore di Putin. È lui che ha fondato il movimento Perimen. Ai microfoni dell’emittente Eco di Mosca ha dichiarato che Putin potrebbe annunciare le dimissioni il prossimo gennaio. Una dichiarazione-bomba, che ha aperto un vaso di Pandora sulle pagine del famigerato tabloid d’oltremanica. “Putin ha intenzione di rendere pubblici i suoi piani di transizione a gennaio 2021 – ha detto Solovei -. Prevedevano l’inizio di questo processo ad agosto e implicavano l’unione con la Bielorussia. Ma le proteste (a Minsk contro l’autocrate putiniano Aleksandr Lukashenko, ndr.) hanno sconvolto questi piani”. Secondo l’oppositore, l’attuale premier e front office di Putin, Mikhail Mishustin, verrà “dimissionato”. Si starebbero perciò vagliando vari candidati, tra cui Dmitrij Medvedev e “la figlia di Putin Katerina Tikhonova”, ha dichiarato l’oppositore Solovei.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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