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Giganti nel Mediterraneo, scoperta una razza di oltre 2 metri: nuotava nel Pliocene

Dal preappennino toscano il fossile più grande mai ritrovato

Un reperto fossile ritrovato in Toscana “parla” e racconta dei giganti che nuotavano nel Mediterraneo nelle più remote ere paleontologiche. È così che dalle rocce risalenti a 3 milioni di anni fa che formano buona parte del preappennino toscano si apre uno squarcio di luce sui mari del Pliocene. Il fossile in questione è una spina caudale appartenuta a una razza le cui dimensioni superavano realisticamente i due metri di diametro.

Uno studio tra Pisa e Firenze

Lo studio, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e il “Gruppo Avis Paleontologia e Mineralogia di Scandicci ODV”, è stato pubblicato sulla rivista internazionale Neues Jahrbuch für Geologie und Paläontologie. “Il fossile ritrovato rappresenta con ogni probabilità la spina caudale di razza più lunga mai descritta. Tanto da animali viventi quanto da esemplari fossili – spiega Alberto Collareta, ricercatore del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Ateneo pisano –. Il reperto, pur non essendo completo, mostra infatti una lunghezza massima conservata di 42 cm. Considerando che tutte le razze attuali hanno spine caudali inferiori ai 40 cm di lunghezza, è realistico immaginare che la spina fossile appartenesse a una razza che superava i due metri di diametro”.

Dimensioni titaniche

Le dimensioni del fossile conferiscono una grande importanza al reperto. Costituisce, di fatto, una testimonianza della presenza di razze di dimensioni titaniche. Cioè paragonabili a quelle delle pastinache giganti (Bathytoshia brevicaudata e Urogymnus polylepis) tipiche delle acque tropicali di oggi. Così come delle coste e dei sistemi fluviali dell’Oceano Pacifico e dell’Oceano Indiano. I progenitori di questi esemplari vivevano nel mare pliocenico toscano. Il reperto è in esposizione presso l’esibizione permanente del GAMPS (Badia a Settimo, Scandicci). Si può ammirare anche una grande raccolta di fossili di animali marini che hanno contribuito, in modo sostanziale, a svelare gli antichi segreti del mare che un tempo sommergeva la campagna. L’esposizione paleontologica permette uno sguardo d’insieme e un’esperienza globale delle faune che popolavano l’antico mare di Toscana.

Le foto sono tratte dal sito dell’Università di Pisa che ha condotto la ricerca / Unipi.it

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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