Sono ormai sessant’anni che l’attività dell’uomo nello Spazio provoca il lancio nel cosmo di detriti. Ovvero spazzatura che entra in orbita e che sta diventando un problema molto grave. La Terra è circondata da milioni di pezzi di spazzatura i quali minacciano di innescare una catastrofica cascata di collisioni. Un fenomeno potenzialmente devastante perché potrebbe mettere fuori combattimento i satelliti, senza i quali molte nostre banali azioni quotidiane non sarebbero possibili. Ad esempio guardare buona parte dei canali televisivi.
La notizia è riportata dal giornale inglese The Sun in un articolo online a firma di Harry Pettit, Senior Digital Technology and Science Reporter. Gli scienziati calcolano che circa 35.000 oggetti dal diametro maggiore di 10 centimetri si trovino attualmente in orbita, oltre a milioni e milioni di frammenti più piccoli. “Poiché si muove ad altissima velocità – spiega al Sun Alice Gorman, della Flinders University in Australia -, la collisione di spazzatura spaziale potrebbe distruggere o disabilitare il funzionamento di veicoli spaziali su cui facciamo affidamento per l’osservazione della Terra, le comunicazioni e la navigazione”.
Ogni collisione creerebbe più spazzatura, portando a uno scenario proposto dallo scienziato della Nasa Donald Kessler nel 1978 noto come Sindrome di Kessler. “I detriti continuerebbero ad aumentare – spiega ancora Alice Gorman -. Allora sarebbe troppo pericoloso lanciare razzi e altri veicoli spaziali.”
Negli ultimi decenni l’umanità ha aumentato la quantità di tecnologia che spara nell’orbita terrestre, con pochi o nessun controllo su ciò che va lassù e poi ritorna giù. A oggi ci sono circa 2.300 satelliti attivi in orbita attorno alla Terra: ma ce ne sono anche 3.000 “morti” nello spazio. Non più utilizzati e semplicemente abbandonati per sempre.
SpaceX, la compagnia missilistica californiana gestita dal miliardario Elon Musk, ha inviato centinaia di satelliti solo quest’anno per creare una rete WiFi che trasmetta Internet dallo Spazio. Chiamato Starlink, il progetto mira a posizionare fino a 42.000 satelliti nell’orbita terrestre. Manca tuttavia una normativa internazionale su come regolamentare il “traffico” spaziale degli oggetti lanciati dall’uomo.
Ciò non ha impedito a organismi spaziali come l’Agenzia spaziale europea (Esa) di tracciare i detriti mentre si accumulano oltre la nostra atmosfera. In ottobre l’Esa, che ha sede a Parigi, ha pubblicato il suo rapporto annuale sui detriti spaziali. La conclusione è che il rischio di collisioni pericolose è in aumento. Gli investigatori hanno registrato più di 500 rotture, esplosioni, collisioni o altri eventi che hanno provocato il rilascio di minuscoli frammenti di detriti.
Anche gli incidenti sfiorati per un soffio stanno diventando all’ordine del giorno nell’orbita terrestre. Secondo il Sun un “defunto” satellite russo e una parte di un razzo cinese da non molto lanciato in orbita solo per poco non si sono scontrati. Avremmo rischiato quella che alcuni scienziati hanno definito come la “peggiore collisione spaziale della storia”.
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