Allarme negli Stati Uniti per i contagi di coronavirus fra i bambini. La pandemia, avvertono i pediatri americani, ha diffuso l’infezione in più di un milione di piccoli da marzo a oggi. Quali saranno le conseguenze a lungo termine? Quali gli effetti duraturi del virus sui bambini? Quesiti che adesso, a fronte di dati sconcertanti, inquietano i medici dell’Academy of Pediatrics e della Children’s Hospital Association.
Oltreoceano gli occhi di tutti sono puntati sulla Biden Economy. Ossia il piano di lungo termine per la ripresa dell’economia americana devastata dalla pandemia, così come per il superamento definitivo dell’emergenza sanitaria. Joe Biden e Kamala Harris riusciranno a risollevare gli americani dal baratro del Covid che ha colpito anche così tanti bambini? Il team dei fedelissimi del presidente eletto è al lavoro, malgrado le difficoltà legate a una transizione irta di ostacoli, con il presidente Trump che non ha ancora concesso la vittoria all’avversario.
“Prima avremo un piano per la transizione, prima potremo andare avanti sulla strada del vaccino”, ha detto Biden, denunciando come i 51 stati della repubblica federale nordamericana siano in enorme difficoltà con i costi della pandemia. “È ora di premiare il lavoro, non solo la ricchezza”, ha dichiarato il presidente eletto lanciando il suo piano per un’economia e un fisco più giusti. “Quello che serve sono buoni posti di lavoro, posti di lavoro dignitosi”, ha aggiunto Biden.
Nelle ore in cui il presidente eletto elabora la sua strategia anti Covid, si apprende che il vaccino di Moderna – azienda di Cambridge, Massachusetts – potrebbe garantire una protezione dal coronavirus di “molti mesi, forse alcuni anni”. A dirlo in un’intervista a Repubblica è Tal Zaks, Chief medical officer del gruppo statunitense. “Gli anticorpi generati sono più numerosi rispetto a quelli di chi guarisce dal Covid. Questo ci fa sperare in un’immunità più duratura rispetto agli anticorpi naturali”. Il punto però è anche un altro. Moderna produrrà 20 milioni di dosi solo per gli Usa, mentre le previsioni sull’Europa ancora non ci sono. Prima negli Stati Uniti perché, spiega Tal Zaks, “ci hanno sostenuto molto, sia nello sviluppo clinico che nella produzione. Per gli impianti di fabbricazione in Svizzera e Spagna abbiamo fatto tutti gli investimenti da soli, senza supporto locale” sottolinea Zaks.
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