Se, come sembra da alcune anticipazioni di stampa, Piemonte e Lombardia torneranno presto regioni arancioni, da rosse che sono adesso, miglioreranno le prospettive degli impianti sciistici alpini. All’inizio della prossima settimana, infatti, il governo dovrebbe definire le nuove regole per le settimane bianche sugli sci in tempo di coronavirus. Al momento esistono le “linee guida delle regioni per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici”. Si tratta di un documento, di cui c’è solo una bozza, che dovrebbe essere portato in Conferenza delle Regioni lunedì prossimo 23 novembre. Lo esamineranno sia il Governo che il Cts.
Quali saranno le nuove regole? Sulla neve nelle zone gialle e arancioni si andrà indossando la mascherina chirurgica obbligatoria – meglio tenerla sotto lo scaldacollo – . Con la riduzione, però, del 50% di presenze in funivie e cabinovie rispetto alla capienza massima, che resta al 100% per le seggiovie. Ci sarà un tetto massimo per gli skipass giornalieri. Acquisto dei biglietti andrà fatto online di biglietti per evitare le code. Impianti chiusi nelle zone rosse, invece, per gli sciatori amatoriali.
Le vacanze sulla neve sono al momento off limits su diverse catene alpine. Le cime di Veneto, Friuli e Trentino – se i territori non dovessero subire ulteriori restrizioni – potrebbero essere prese d’assalto dai villeggianti invernali. Ovunque dovrà essere “assicurato il distanziamento interpersonale di un metro in tutte le fasi precedenti il trasporto” dei turisti. “Il distanziamento si applica anche a nuclei familiari, conviventi e congiunti, ad eccezione dei soggetti che necessitano di accompagnamento.” Misure rigide da rispettare anche per i gestori degli impianti di risalita. I quali “dovranno garantire l’organizzazione e la gestione dei flussi e delle code”. Ma anche “l’applicazione di misure per il mantenimento del distanziamento interpersonale”. Questo, se necessario, con cartelli che segnalano le regole per la limitazione del rischio di contagio.
L’après ski, e quindi lo svago al di fuori delle piste con aperitivi e spuntini, è “consentito solo con posti a sedere”. Nel documento “si suggerisce di prevedere dei sistemi di informazione a valle che comunichino ai turisti che nelle strutture in quota potrà non essere assicurata l’accoglienza laddove sia stata raggiunta la massima capienza dei locali”. Da studiare, inoltre, “soluzioni integrate con i gestori di impianti che dovranno regolare i flussi ed alleggerirli in caso di maltempo”.
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