Gli Usa, forse qualche giorno prima la Gran Bretagna. La corsa al vaccino contro il coronavirus si fa competizione fra i Paesi ricchi. Altro che gennaio 2021: i primi cittadini americani potrebbero ricevere le prime dosi dell’ “arma letale” contro il Covid-19 fra poco più di due settimane, l’11 dicembre. Lo afferma il capo del programma statunitense di vaccinazione contro il coronavirus, Moncef Slaoui.

Il piano degli Stati Uniti

Il progetto è di “spedire i vaccini ai siti di immunizzazione entro 24 ore” dalla sua approvazione. Gli Stati Uniti hanno registrato più di 12 milioni di casi e 255.000 morti dall’inizio della pandemia, secondo i dati raccolti dalla Johns Hopkins University. Il dottor Slaoui ha detto alla Cnn che il vaccino potrebbe essere lanciato “forse il secondo giorno dopo l’approvazione, l’11 o il 12 dicembre”. Con il piano per la vaccinazione contro il coronavirus già pronto anche l’Europa non resta certo a guardare. In Inghilterra vogliono arrivare prima di Washington mentre in Germania le autorità si preparano a distribuire i primi farmaci già a metà dicembre.

La Germania è pronta

In un’intervista al gruppo editoriale RedaktionsNetzwerk Deutschland di domenica 22 novembre, il ministro della Salute, Jens Spahn, ha affermato di aver fiducia nell’approvazione rapida dei primi vaccini da parte dell’Ema, l’agenzia del farmaco europea: “Abbiamo motivo per essere ottimisti sul fatto che quest’anno ci sarà l’approvazione per un vaccino in Europa – è la citazione che fa il quotidiano britannico Guardian –. Poi possiamo iniziare subito”. I responsabili sanitari dei Land (le regioni tedesche) sono stati sollecitati a preparare i centri di vaccinazione entro la metà di dicembre.

La situazione dell’Italia

E l’Italia? Per ora il nostro Paese si attesta su prime dosi possibili da gennaio 2021. Ma i nodi in questo momento sono anche altri. Rispetto all’obbligatorietà come ci si pone? “Per il momento ho consigliato al ministro di prevedere la volontarietà per gli adulti” ma “se capissimo che serve il 90-95% di copertura per ottenere l’immunità di gregge, senza la quale ci troveremmo di fronte alla necessità di dover bloccare la produttività e la mobilità per il Paese, si potrebbe, per cause di forza maggiore, valutare anche l’obbligo“. Lo ha dichiarato, nel corso di un intervento ad Agorà, su Rai 3, Walter Ricciardi. Si tratta come è noto, del professore di Igiene dell’Università Cattolica e consulente scientifico del ministero della Salute. Per Ricciardi “se viene adeguatamente spiegato che questo vaccino è sicuro e che è l’unico modo per tornare alla normalità, la gente si convincerà”.