Non è facile scendere nei meandri della propria anima e rivivere tormenti e angosce che mai potranno abbandonarci. Ricordi che riaffiorano nonostante siano trascorsi tanti anni. Maria Grazia Cucinotta, l’icona di bellezza mediterranea che tutto il mondo ci invidia, mette a nudo i propri sentimenti nel suo libro “Vite Senza paura. Storie di donne che si ribellano alla violenza”, edito da Mondadori, il cui ricavato sarà destinato proprio alle vittime delle aggressioni.
Un racconto intenso, lucido, dettagliato, fatto in prima persona dalla famosa attrice italiana. Aveva solo vent’anni Maria Grazia quando un pomeriggio a Parigi, dove all’epoca lavorava come modella, fu aggredita sul pianerottolo di casa. Fortunatamente riuscì a salvarsi dall’azione criminale riuscendo ad andare dalla polizia. E proprio in questura, dove la Cucinotta pensava di trovare aiuto e sostegno, si sentì invece dire che la causa di tutto ciò era la sua avvenenza. Una violenza ulteriore, crudele, fuori logo, che l’attrice non ha mai dimenticato.
Oggi Maria Grazia rivive tutto ciò nel suo volume, arricchendo la sua storia con quella di altre donne. Da anni l’affascinante interprete de “Il Postino” si batte nella lotta alla violenza di genere tanto da aver fondato nel 2019 la onlus “Vite senza paura”, a cui collaborano diverse professioniste. Proprio oggi, il 25 novembre, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, abbiamo raggiunto Maria Grazia Cucinotta per parlare del suo libro e di questo dramma che affligge la nostra società.
Intervista esclusiva a Maria Grazia Cucinotta per Velvet Mag
Quanto costa psicologicamente rivivere dei momenti di vita così atroci?
Non è mai semplice parlare di argomenti che ancora oggi fanno così tanto male. Sono vissuti che non si dimenticano facilmente. Quando sento delle storie di donne vittime di violenza mi rispecchio immediatamente in loro, persone che ogni giorno rientrano a casa e trovano i loro aguzzini ad aspettarle.
Il lockdown non ha fatto altro che esasperare questa drammaticità purtroppo.
In verità le vittime, bisognose di cure, hanno avuto anche difficoltà a recarsi in ospedale per farsi medicare, a causa del collasso sanitario delle strutture per il covid-19. La polizia non sa cosa fare, c’è un blocco di tutto il sistema. Ci sono persino donne che vedono i propri figli subire violenze in casa.
Maria Grazia Cucinotta ci racconta cosa successe quel tremendo pomeriggio a Parigi di trentadue anni fa?
Rientravo a casa dopo un casting, avevo vent’anni, improvvisamente, mentre mi trovavo nell’androne del palazzo, ho intravisto un uomo distinto dietro di me in giacca e cravatta con la ventiquattrore. Non mi spaventai nell’immediato, perché questo signore aveva un aspetto da gentiluomo, era ben vestito, pensai che fosse un inquilino dello stabile. Appena mi avvicinai all’ascensore mi toccò il sedere e mi afferrò al collo, strappandomi la felpa.
“Se svengo, Lui mi prende. Non so nemmeno chi sia, Lui. Uno sconosciuto qualsiasi che in poche manovre, prendendomi alle spalle, sta tentando di portarmi via i miei vent’anni, la mia vita e le tante altre che contiene.”
“Mi ha afferrato il collo, ha incastrato la mia gola nella piega del suo gomito e ha cominciato a stringere. Con l’altra mano adesso tenta di strapparmi la felpa. Non sta accadendo a me.”(Vite senza paura. Storie di donne che si ribellano alla violenza. M.G.C.)
Come si liberò?
In quell’attimo rimasi pietrificata, il mio cuore era a mille, ero paralizzata dalla paura. Riuscii fortunatamente a fargli allentare la presa, non so come scivolò da solo, forse saranno state le preghiere di mia madre! Entrai nell’ascensore per raggiungere il piano del mio appartamento, il mio carnefice nel frattempo corse per le scale. Fui letteralmente presa dal panico e dalla paura e non so neppur come sia riuscita a trovare la forza di entrare a casa. Nel frattempo l’uomo riuscì a raggiungere il mio pianerottolo, colpendo a pugni le mura esterne di casa. Dovette passare del tempo prima che si allontanò.
“Per un po’ ho nelle orecchie il suono delle sue mani che battono sui muri esterni. Poi più niente. Temo che non uscirò mai di qui. Per me Lui sarà sempre lì fuori.”(Vite senza paura. Storie di donne che si ribellano alla violenza”. Maria Grazia Cucinotta)
Sono rimasta sconcertata nel leggere che quando si recò in caserma per denunciare l’aggressione, la polizia le chiese: “Com’era vestita?”
Il giorno dell’aggressione indossavo una tuta, ero struccata, stavo tornando a casa da un casting. Ancora oggi c’è gente che quando apprende delle notizie di violenze rivolte alle donne commenta: “Beh andava in giro con una minigonna vertiginosa avrà sicuramente provocato!”. È assurdo sentir dire certe cose e accettare di essere trattate come la causa e non come la vittima di violenza di pazzi squilibrati. Resto allibita di fronte a tutto questo. Nel 2020 ci sentiamo tanto evoluti, andiamo in ogni luogo dell’intero universo, ma non abbiamo mai esplorato il cervello delle persone. Sebbene avessi mostrato alla polizia le ferite che mi aveva procurato il mio aggressore, per loro ero qualcuna che voleva sfruttare la situazione e non la vittima della stessa. Ancora oggi prima di uscire di casa mi precludo la possibilità di indossare qualcosa di troppo provocante per non attirare l’attenzione.
“Mi limito a esibire i segni che ho dappertutto. Sul collo, sulle braccia, sul viso. Parlano da soli, è impossibile che me li sia procurati cadendo.”
“Sto zitta per rabbia, perché se anche avessi avuto una minigonna inguinale, se avessi flirtato con quell’essere, se lo avessi provocato con la mia irresistibile mediterraneità, non c’è legge che gli permetta di toccarmi, figuriamoci di strangolarmi.” (Vite senza paura. Storie di donne che si ribellano alla violenza. Maria Grazia Cucinotta)
Nel 2020 quanto ancora è difficile essere donna?
È meraviglioso e sono felice di esserlo, ma non per questo devo sentirmi l’offerta sacrificale di uomini che non si sono evoluti. A volto leggo dei commenti di femminicidi che recitano: “Lui l’ha uccisa perché quella si era permessa di lasciare la famiglia!”
Per aiutare le vittime ha deciso di destinare il ricavato delle vendite del suo volume a favore della lotta alla violenza di genere.
Donerò il mio intero cachet per un fondo a sostegno delle case famiglia che accolgono le vittime di violenza.
Recentemente la sua associazione “Vite Senza paura” si è unita ad “Artemisia Onlus”. Cosa comporterà ciò?
Maria Stella Giorlandino ci ha offerto il call center gratuito 24 ore su 24 ed un’assistenza continua alle donne che trovano il coraggio di denunciare. Maria Stella è una manager nel campo sanitario (n.d.r. la Giorlandino è la proprietaria delle note cliniche Artemisia). Un’altra donna molto attiva nell’associazione “ Vite senza paura” è Solveig Cogliani, il magistrato con cui ho creato la onlus. Ci ha dato sostegno anche Giusy Versace e persino Maurizio Gasparri che è stato fantastico, ha appoggiato subito la nostra proposta politica che non ha colore, ma è a favore delle donne vittime di violenza.
“Per una donna vivere da subito è un atto di coraggio esce e mette in conto di essere una preda. Lo sa ogni momento, anche quando se ne dimentica” (Vite senza paura. Storie di donne che si ribellano alla violenza. Maria Grazia Cucinotta)
Da mamma che consigli si sente di dare alle ragazze?
Di non accettare mai di mettere pace nei rapporti, non sopportare la cattiveria degli uomini, al primo schiaffo bisogna andare via.
Molto spesso la violenza non è solo quella fisica ma anche quella psicologica.
Ci sono uomini, se così possono essere definiti, che massacrano le donne, le fanno sentire delle nullità, togliendo loro il talento, la creatività, l’ingegno, così da essere loro stessi padroni della vita delle vittime. Questo annullamento per la donna diventa un’arma a doppio taglio.
Come si trova il coraggio di denunciare?
Solo attraverso una mano che ci faccia sentire sicure. Con la nostra proposta di legge intendiamo creare un albo nazionale per le associazioni che si occupano di violenza sessuale e di genere. Chiediamo al Governo di creare dei posti di lavoro per le vittime. Bisogna che alle Associazioni vengano riconosciuti degli sgravi fiscali. In America ciò è concesso da tempo.
A proposito di Stati Uniti siamo molto felici per la vittoria di Kamala Harris, la prima donna ad essere stata nominata Vicepresidente americana, cosa ne pensa al riguardo?
È una donna che sa parlare, abituata a fare politica. Ora lei e il Presidente Jon Biden sono alla guida dell’America, lo diranno i fatti se saranno in grado di fare un reale cambiamento. Negli Stati Uniti se hai capacità emergi, è un Paese in cui vige la meritocrazia.
Il mondo dell’arte è tra i settori più in difficoltà a causa del coronavirus, come usciremo da questa pandemia?
Siamo fermi purtroppo, fortunatamente parlo da privilegiata, non soffro più di tanto, sono una donna indipendente. Per lo Stato noi artisti non facciamo un lavoro considerato. Non sono arrivati i soldi della cassa integrazione. Mi domando: ma i famosi aiuti europei dove sono finiti?
Chi è oggi Maria Grazia Cucinotta?
Un’ipercritica, mi adatto al tempo che passa, ma anche una persona che vede il bicchiere sempre mezzo pieno. Se una cosa ieri mi sembrava giusta, oggi non lo è più. Accolgo ogni nuovo giorno come un’occasione per crescere e per confrontarmi con me stessa e con gli altri.
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