Un Natale come nessun altro vissuto finora. È inutile nasconderselo perché sarà così il Natale, ma anche la fine anno, del 2020. A causa dell’emergenza Covid scatteranno controlli per chi rientra dall’estero, spostamenti limitati in tutta Italia, misure per evitare assembramenti durante lo shopping, ristori anche per le attività che ruotano attorno al turismo invernale. E che non potranno aprire tra Natale e Capodanno.

Il Dpcm del 3 dicembre

Così, a una settimana dalla scadenza del Dpcm il 3 dicembre, il governo continua a lavorare al provvedimento che dovrà definire le regole per le feste. E che dovrà bilanciare la necessità prioritaria di non far impennare nuovamente la curva epidemica con quella di dare respiro all’economia. Tutti i nodi aperti saranno discussi in giornata nel corso della riunione tra governo e capidelegazione. Poi il premier e i ministri si confronteranno con i presidenti di regione, con l’obiettivo di mettere a punto un provvedimento per le festività che mantenga la stessa linea per tutta Italia.

Tutti in zona gialla a Natale?

Il sistema delle fasce e della collocazione delle regioni in zona gialla, arancione o rossa in base all’indice di rischio indicato nel monitoraggio non cambierà. Ma l’auspicio è che per Natale tutta Italia possa essere zona gialla. L’obiettivo del governo è evitare di ripetere per le festività più sentite dell’anno gli errori dell’estate, con il “liberi tutti” di luglio e agosto. Un fenomeno deprecabile che ha portato alla seconda ondata. Le limitazioni sono dunque “inevitabili”. “Mi piacerebbe poter dire – ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza che il 2 dicembre sarà in Parlamento per illustrare le misure e il piano sui vaccini – che i problemi sono tutti risolti e si può riaprire tutto. Ma non direi la verità”.

Spostarsi? Poco…

Le scelte sono quindi quasi obbligate, anche se su uno dei temi più controversi, quello degli spostamenti tra le regioni, la discussione è ancora aperta. L’intenzione del governo è vietare lo spostamento anche tra quelle regioni che entreranno in fascia gialla di rischio. Il compromesso su cui si starebbe lavorando è quello di consentire gli spostamenti solo per raggiungere parenti stretti e congiunti. Né rigoristi né aperturisti nel governo immaginano invece divieti per quanto riguarda il cenone. Nel Dpcm ci sarà un forte raccomandazione affinché gli italiani evitino quanto più possibile di incontrarsi con persone che non fanno parte dello stretto nucleo familiare e mantengano le precauzioni, a partire dalla mascherina, anche in casa. La discussione è su quante persone indicare nella raccomandazione: 6, forse 8. Qualcuno nel governo ipotizza fino a dieci come deciso dalla Germania.

Chi va fuori Italia

Quel che invece ci sarà nel Dpcm è una stretta sui controlli per chi va all’estero e poi rientra in Italia. Con isolamento obbligatorio al momento del rientro. Si tratta di una misura che punta a scongiurare l’assalto degli italiani alle piste da sci in quei paesi che decideranno di lasciare gli impianti aperti. Su questo fronte il premier Giuseppe Conte continua comunque a lavorare affinché si possa arrivare ad un coordinamento europeo. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha assicurato in Parlamento che anche per tutte le attività che ruotano attorno al turismo invernale “saranno assicurati i ristori” economici dovuti.