Tra i tanti trionfi ottenuti in vita da Diego Armando Maradona, il campione argentino poté fregiarsi di essere stato con ogni probabilità il maggior fenomeno pop della storia del calcio. Tanti nomi lo affiancherebbero in un’ideale classifica, ma la mole di letteratura, cinema e ovviamente musica ad aver accompagnato il percorso dell’argentino non ha pari in nessun altro caso. Inevitabile dunque come, fin dai successi italiani con la maglia del Napoli fino al trionfo mondiale nel Mondiale nel 1986 e lungo tutti gli anni ’90,la sua figura entrasse di prepotenza nella cultura popolare; un successo che, prima ancora che dai documentari, film e serie televisive celebrative di questi anni, passò in primo luogo dalla musica.

Cori da stadio, folk argentini, celebrazione pop: come Diego Armando Maradona è uscito dal mondo del calcio, inondando la cultura popolare

La storia di Maradona è da sempre divisa tra due mondi, l’Argentina e l’Italia, Buenos Aires e Napoli. Tra questi due fronti, è quello sudamericano il primo a celebrare con i toni più mainstream la sua figura, in una serie di brani classici dell’ondata patchanka che negli anni ’90 lanciò la corsa internazionale alla riscoperta folk.A partire dagli anni successivi al Mondiale, le canzoni a tema si sprecarono. La Mano de Dios di Rodriguo Bueno fu forse il primo a celebrare il leggendario gol di mano. Ma dal decennio successivo il nome del campione fece capolino nelle discografie più disparate; da gente come i Mano Negra (Santa Maradona), ai Manu Chao (La Vida Tombola), Attaque 77 (Francotirador), sfondando persino in territori lontani con successi quali Maradona (Kesa ’86) dei finlandesi Teflon Brothers.

In Italia, il culto di Maradona resta per un lungo periodo relegato all’ambiente del tifo, alla cultura ultrà napoletana e campana. I tormentoni di quegli anni non sono brani da classifica ma canzoni da stadio, presto capaci di fare il giro e imporsi nelle teste delle tifoserie (e del pubblico) apparentemente più lontane dal San Paolo; si pensi all’Inno a Maradona, o al coro Oh Mamma Mamma. I brani mainstream dedicati al campione si moltiplicano con il decennio successivo al ritiro; il riconoscimento più importante arriva forse da Pino Daniele, con il classico Tango della Buena Suerte del 2004.

Nel terzo millennio, il marchio Maradona esce dai confini del calcio e diventa base tematica per l’aspetto più mainstream dell’industria musicale

Nel frattempo, la figura dell’argentino ha ormai valicato i confini sportivi per farsi icona; mentre il cinema lo riscopre a ritmi vertiginosi, il nome di Maradona spunta ormai regolarmente nei pezzi più impensabili, non per forse dedicati al mondo del pallone. L’indie pop lo ama (Maradona Y Pelè dei TheGiornalisti, l’omonimo singolo dei Canova), il rap anche di più (la Dark Polo Gang gli dedica un video). Celebrato o solamente citato, per il campione esiste un’intera discografia di riferimenti; che a questo punto, non farà che espandersi ancora.

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