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Covid, “A Natale ristoranti chiusi e regioni blindate”

Si va verso un nuovo Dpcm a dicembre: ecco che cosa potrà succedere

Ristoranti chiusi a Natale e per il giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre. Coprifuoco alle 22 anche a Capodanno. Regioni blindate. Si sta profilando così l’inedito Natale nell’annus horribilis del Covid, questo 2020 che sta per finire. La prossima settimana è atteso il nuovo Dpcm di Conte – dovrebbe entrare in vigore da venerdì 4 dicembre – e si vedrà quali saranno le nuove norme. Intanto, però, ecco qual è l’orientamento del governo.

Il rischio di una terza ondata

Riavvolgiamo il nastro. Al termine di un vertice fiume, ieri 27 novembre, del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza, è emersa una tendenza. Sembra infatti prevalere, al momento, la linea di chi vuole blindare il Natale, per limitare i rischi della terza ondata. Non è ancora detta l’ultima parola. Ma, se questo orientamento fosse confermato definitivamente, ci sarebbero a cascata conseguenze precise.

I nodi da sciogliere

E quindi: spostamenti tra le regioni solo per i residenti, chiusura di bar e ristoranti alle 18, orari prolungati per i negozi per evitare assembramenti ma con coprifuoco rigido alle 22, anche nelle vigilie di Natale e Capodanno. I nodi da sciogliere sono ancora molti: da confermare l’idea di introdurre una quarantena di 15 giorni per chi, nel periodo natalizio, rientri dall’estero. Un nuovo vertice dovrebbe esserci, anche per tornare a parlare di Recovery fund, già nel pomeriggio di sabato 28 novembre.

Il problema scuola

Sembra prevalere l’orientamento di chi vorrebbe riportare in classe anche le superiori da gennaio 2021, ma il pressing della ministra Lucia Azzolina con M5s e Iv per smettere la didattica a distanza a dicembre è forte. È deciso invece che il Dpcm che sarà in vigore dal 4 dicembre confermerà la divisione del Paese in zone rossa, arancione e gialla. Ma la consapevolezza è che, se la curva dei contagi proseguirà il suo trend, a metà dicembre tutta l’Italia sarà gialla.

Italia “gialla”, le regole

Perciò è sulle regole per le regioni gialle che si sta concentrando il lavoro del governo, fermo restando per quelle rosse e arancioni tutte le restrizioni, che vanno dalle chiusure di bar e ristoranti, a quelle dei negozi nelle aree rosse. Nonostante i dubbi del premier Conte e il pressing di Iv, sembra resistere l’idea di mantenere il coprifuoco dalle 22 alle 6 del mattino anche nei giorni delle feste. Un orientamento che spiega anche quanto detto giovedì dal ministro Francesco Boccia alle Regioni, circa la necessità di contenere tutte le attività entro le 22 inclusa la messa di Natale (sul punto un’interlocuzione è in corso con la Cei). Per i ristoranti dovrebbe restare la chiusura dalle 18 e il blocco dovrebbe diventare totale a Natale e Santo Stefano.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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