“Dicembre dev’essere il mese che ci fa mettere in sicurezza il Paese senza un lockdown nazionale”. Così, oggi 2 dicembre, il ministro per le Autonomie Francesco Boccia. Il politico pugliese, del Pd, è fra i più esposti nella gestione dell’emergenza Covid fin dall’inizio, la scorsa primavera. Tiene infatti le fila dei rapporti fra governo nazionale e regioni italiane.
“Il 7 gennaio, la ripartenza dell’Italia”
Perciò appare particolarmente significativa un’altra affermazione che Boccia ha fatto intervenendo al webinar 5G Italy e il Recovery Fund. “Da qui a 15 giorni tutta Italia o gran parte d’Italia sarà gialla, pensiamo a restrizioni puntuali per il periodo delle feste che non ci fanno allentare i nostri comportamenti”, ha detto. “Il 7 gennaio il Paese ripartirà, incrociando una grande campagna di vaccini”, ha aggiunto.
Obbligo del vaccino? Non per ora
Il ministro ha rilasciato le sue dichiarazioni sull’emergenza Covid nello stesso giorno – forse non a caso – in cui il titolare della Salute, Roberto Speranza, ha parlato in Senato. “Il vaccino non sarà obbligatorio, ma certo consigliato – ha sottolineato Boccia -. Certe categorie dovranno essere messe in sicurezza, come anziani, forze dell’ordine, ospiti delle Rsa, sanitari.” Certo, fatte salve le categorie più esposte, quali appunto i medici, e quelle più a rischio, quali gli anziani, non finisce così. Un cittadino che sta bene, che, soprattutto è giovane, quanto dovrà attendere per potersi vaccinare? E gli studenti? “È una riflessione che si sta facendo in Parlamento”, ha risposto Boccia.
Un Dpcm “lungo” oltre l’Epifania
“La distribuzione del vaccino sarà capillare, affidata al commissario Domenico Arcuri, grazie all’intervento delle forze armate”, ha quindi dichiarato il ministro per le Autonomie. Quelle in arrivo sono infine ore decisive perché ormai siamo alle porte del nuovo decreto del premier Conte che stabilirà le regole da osservare per gli italiani non solo fino a Natale ma fino all’Epifania e oltre. Questo Dpcm sarà “probabilmente il più lungo per durata della storia recente tra questi provvedimenti – ha precisato Boccia -. Parte il 4 dicembre, c’è un dibattito alle Camere e non è corretto anticipare le conclusioni, ma andrà sicuramente oltre l’Epifania, se un giorno dopo o una settimana dopo si stabilirà nel dibattito”.