All’indomani della prima storica vaccinazione contro il nuovo coronavirus in Inghilterra, a una donna di 90 anni, ecco che l’Unione europea accelera i tempi. In un’intervista a Repubblica, oggi 9 dicembre, la signora Emer Cooke, a capo dell’Agenzia Ue dei farmaci, la Ema (European medicines agency), dichiara: “Probabilmente ci esprimeremo il 29 dicembre per Pfizer e il 12 gennaio per Moderna“. Due date, dunque, per il via libera definitivo ad alcuni dei maggiori gruppi farmaceutici mondiali con i quali l’Unione europea ha siglato contratti di fornitura per centinaia di milioni di dosi.
Cosa accadrà in Italia
Ciò implica che nel mese di gennaio 2021, se non ci saranno intoppi, anche l’Italia avvierà la campagna di vaccinazione. La più grande che si sia mai stata nel nostro Paese, come sostengono le autorità. Il cui picco dovrebbe attestarsi fra l’estate e l’inizio dell’autunno del 2021, quando la gran parte degli italiani dovrebbero a quel punto aver ricevuto il vaccino contro il Sars-CoV-2. Ricordiamo che, al momento, il governo non ha posto l’obbligo, dunque la vaccinazione sarà su base volontaria.
Come funziona il via libera ai vaccini
“La visione preliminare dei dati che abbiamo ricevuto il primo dicembre è positiva per quanto riguarda efficacia e sicurezza”, dichiara Emer Cooke. “Dobbiamo ancora controllare la qualità della catena di produzione e la capacità delle aziende di preparare il rimedio su larga scala. Su questi aspetti i nostri esperti hanno domandato informazioni addizionali, così come abbiamo chiesto ulteriori dettagli sulla sicurezza”. Sui vaccini Pfizer e Moderna, spiega ancora a Repubblica, lavora “un numero di persone impressionante”, ci sono i nostri esperti e il network con quelli di tutti gli stati membri. In Europa il processo di autorizzazione è indipendente, non ci sentiamo sotto pressione politica. La pressione semmai è scientifica perché vogliamo essere certi di fare il meglio per i cittadini.
Mascherine, igiene, distanza
Attenzione, però. Il vaccino non può diventare una bacchetta magica. Non si deve pensare che, una volta assunte le dosi necessarie, la questione Covid sia superata. “La popolazione dovrà continuare a seguire tutte le restrizioni come mascherina, igiene e distanziamento – sottolinea Emer Cooke che è anche farmacologa – perché all’inizio non ci saranno dosi per tutti”. Per un certo periodo, fino a quando l’impatto del vaccino non sarà del tutto chiaro, dovremo tutti continuare a osservare le regole di base. Spetta ai governi decidere quando torneremo a una vita normale. Secondo la donna a capo dell’Ema, “molto dipenderà dall’efficienza con quale le autorità nazionali distribuiranno il vaccino e dalla sua efficacia”.