La lotta ai cambiamenti climatici che stravolgono la Terra segna un’altra tappa. I capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo storico, dopo una notte intera di discussioni a Bruxelles. L’obiettivo adesso è quello di ridurre le emissioni di gas serra complessivamente del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. Fino a ora il target fissato si esprimeva in una riduzione del 40% delle emissioni dannose nell’aria. Adesso l’ambizione dell’Europa sta salendo. E il succo della nuova intesa lo ha annunciato via social network il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.
La neutralità climatica
L’accordo, ha osservato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, “ci mette chiaramente sulla strada” per raggiungere la neutralità climatica al 2050. Ma cos’è la neutralità climatica? È una terminologia con la quale dovremo presto prendere confidenza. La neutralità climatica rappresenta il punto in cui le emissioni nocive di gas non superano la capacità della Terra di assorbirle. Per raggiungere la neutralità climatica dobbiamo misurare le nostre emissioni nocive, quelle dovute all’attività umana, soprattutto industriale, e ridurle di conseguenza.
Gas serra, “cappa” che soffoca il pianeta
L’esplosione del fenomeno dei gas serra negli ultimi decenni, in tutto il mondo, sta contribuendo al surriscaldamento globale del nostro pianeta. Si intensificano gli eventi estremi – uragani, bombe d’acqua, tifoni, trombe d’aria, alluvioni – che un tempo erano molto meno frequenti di adesso. Gli effetti del riscaldamento terrestre emergono invece anche da recenti dati forniti a livello europeo. Il mese di novembre 2020, da poco trascorso, è già classificato come il più caldo della storia a livello mondiale. Dal canto suo l’Europa ha registrato quest’anno il suo autunno più caldo in assoluto. I dati emergono da un rapporto di Copernicus Climate Change Service, il programma di osservazione della Terra e dei cambiamenti climatici creato dall’Unione europea.
Europa, un continente in bilico
In Europa le temperature di novembre 2020 sono state particolarmente elevate. Il dato è sconfortante. Chi ha oggi 40-50 anni può ricordare bene che qualche decennio fa, quando era bambino, l’andamento delle temperature stagionali era più regolare di oggi. Per l’autunno boreale 2020 (settembre, ottobre e novembre), le temperature europee sono state di 1,9 gradi centigradi al di sopra del periodo di riferimento standard, e 0,4 gradi in più rispetto alla temperatura media del 2006, l’autunno più caldo. La maggior parte dell’Europa ha registrato temperature superiori alla media in particolare nelle zone settentrionali e orientali del continente. Allargando lo sguardo, si deve purtroppo registrare il fatto che la regione Artica, e soprattutto ampie zone della Siberia settentrionale – devastate da roghi di proporzioni bibliche nell’estate 2019 -, abbiano hanno registrato temperature molto al di sopra della media per tutto il 2020.