Il regista sudcoreano Kim Ki-duk è morto a causa del coronavirus in Lettonia, secondo quanto riporta il sito lettone Delfi.lt. Il regista è deceduto, dunque, per complicazioni legate al Covid. Kim Ki-duk aveva 59 anni e nel 2012 aveva ricevuto il Leone d’Oro alla 69ª edizione del Festival del Cinema di Venezia con il film Pietà.

“Voleva vivere sul Baltico”

Il direttore dell’Art Doc Fest di Riga, Vitalijs Manskis, ha detto che il regista stava per acquistare una casa a Jurmala e richiedere un permesso di soggiorno nel Paese baltico. Ma non si era presentato all’incontro decisivo per ottenerlo. Successivamente, i suoi colleghi avevano iniziato a cercarlo negli ospedali, riferisce sempre online il giornale Delfi. La morte del regista è stata confermata anche dalla sua interprete Daria Krutova.

Una giovinezza difficile

Kim Ki-duk era nato il 20 dicembre 1960 a Bonghwa, nel nord di Gyeongsang, nella Corea del Sud. A nove anni si era trasferito a Seoul, la metropoli capitale del Paese, dove aveva frequentato una scuola professionale per poter lavorare nel settore agricolo. Poi arrivò l’abbandono degli studi e la scelta di arruolarsi nell’esercito in seguito alle difficoltà della sua famiglia. L’esperienza militare influenzerà moltissimo il suo modo di intendere i rapporti interpersonali, come anche le sue opere cinematografiche. La passione per l’arte, coltivata da sempre, a un certo punto prese il sopravvento e lo spinse ad abbandonare la patria in direzione dell’Europa.

Parigi e l’Europa

Sarà Parigi ad accoglierlo e a portarlo verso il cinema. Nella capitale francese cominciò a scrivere sceneggiature per i film. Nel 1992 tornò in Corea dove vinse il premio della Korea Film Commission per la migliore sceneggiatura di Jaywalking. L’anno seguente avvenne il debutto come regista con The Crocodile. Nel 1997 divenne sceneggiatore, scenografo e regista di Wild Animals e nel 1998 di Birdcage Inn. Nell’anno 2000 L’isola ottenne un grande successo alla Mostra del cinema di Venezia. Il ritmo forsennato della sua produzione conobbe una battuta d’arresto, e dal 2008 al 2011 non uscirono suoi lavori. Arirang (2011) trasse spunto proprio dal lungo periodo di silenzio e dalla crisi artistica del regista. Tornato alla carica, nel 2012 il suo Pietà vinse il Leone d’Oro alla 69ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia.