Sydney Sibilia: «La nostra isola delle Rose ricostruita in una piscina» [INTERVISTA ESCLUSIVA]
Sydney Sibilia ci racconta i retroscena del suo nuovo film "L'incredibile storia dell'isola delle Rose"
“Questo è di gran lunga il film produttivamente più difficile che io abbia mai girato. Anche se i miei lavori precedenti contenevano assalti al treno, inseguimenti e tanta azione, questo lavoro è stato una grande sfida quotidiana”. Beh, in effetti non dev’essere stato affatto banale costruire una piattaforma che riproduce un’isola in mezzo al mare, in cui girare scene di bufera e maltempo, o sequenze con tanti attori, e creare l’illusione che si tratti di una reale isola. Ebbene, Sydney Sibilia ci è riuscito. Il suo nuovo film “L’incredibile storia dell’isola delle Rose” stupisce per le soluzioni narrative e creative adottate, per il ritmo e la velocità che caratterizzano il cinema di Sibilia. E soprattutto per la storia narrata: incredibile perché vera!
Dopo il grande successo della trilogia di “Smetto quando voglio” il regista salernitano propone la vicenda di Giorgio Rosa, giovane ingegnere bolognese con un grande sogno: quello di costruire un’isola al largo di Rimini, fuori dalle acque territoriali, nel mare di nessuno. È l’estate del 1968, e armato di tanta determinazione e dell’aiuto di pochi amici, Rosa realizza il suo sogno. Costruisce la sua isola e la proclama stato indipendente: la sua è una micro-nazione in cui la libertà individuale è il valore assoluto e in cui non esistono regole. L’Isola delle Rose (questo il nome scelto per un territorio che avrà anche una propria lingua) attira ben presto l’interesse della stampa e soprattutto di tantissimi ragazzi da mezzo mondo. Si trasforma in mito, in caso internazionale e in un quasi insormontabile problema politico per il Governo italiano che non può sopportare la fondazione di un nuovo Stato in acque così vicine.
“L’incredibile storia dell’isola delle Rose” è su Netflix dal 9 dicembre e vanta un cast composto, tra gli altri, da Elio Germano che interpreta Giorgio Rosa, Matilda De Angelis è Gabriella (la donna amata da Rosa e da lui trascinata nell’impresa), Luca Zingaretti è Giovanni Leone (all’epoca Presidente del Consiglio), Fabrizio Bentivoglio (in quegli anni Ministro dell’interno).
Intervista a Sydney Sibilia sul nuovo film “L’incredibile storia dell’isola delle Rose”
Come hai scoperto questa storia davvero incredibile, soprattutto perché vera?
Tutto è nato ancora quando stato scrivendo i capitoli 2 e 3 della saga di “Smetto quando voglio”. Questi film sono pieni di riferimenti di tipo sociale, scientifico, umanistico, storico, e richiedono una costante ricerca e verifica della veridicità delle cose che abbiamo deciso di mettere in scena. In quel periodo trascorrevo un sacco di tempo su Internet a controllare le informazioni e ho notato che la homepage di Wikipedia ha una piccola sezione che si chiama “Lo sapevi che…”, in cui si possono trovare curiosità di tutti i tipi. A un certo punto mi è comparso un riferimento a una certa “Isola delle Rose”, una “Micronazione”: già questa definizione di “micronazione” mi ha incuriosito tantissimo. Ho trovato questa storia assolutamente incredibile. Mi sono chiesto subito come mai nessuno avesse pensato di girarci un film, e poi ho deciso di farlo io!
Cosa ti ha intrigato in particolare di questa storia?
Ciò che mi ha intrigato è stata innanzitutto la forza e la determinazione di un uomo solo nel 1968. In un’era in cui centinaia di migliaia di studenti scendevano in piazza a Parigi per lottare per un mondo migliore, un ragazzo questo mondo migliore se lo costruiva, con un paio di amici e senza fare troppo casino. La prima cosa che mi ha attratto, dunque, è stata la potenza e la determinazione di un individuo. Giorgio Rosa aveva una visione e l’ha realizzata con le sue forze.
Che tipo di ricerca e di studi hai fatto per ricostruire la vicenda, e per entrare nell’animo e nella mente di Giorgio Rosa?
Tanta ricerca e soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere il vero Giorgio Rosa. Non avevo ancora deciso effettivamente se fare il film o meno, e così sono andato a casa sua: era il 2017 e lui aveva 93 anni. Rosa mi ha raccontato nei dettagli tutta la sua stupenda storia. Io ero incerto sulla fattibilità del film, era una vicenda complicata e difficile da realizzare. A un certo punto gli ho chiesto: “Ti farebbe piacere se venisse fatto un film su di te e sulla tua storia?”. Lui ci ha riflettuto su un po’ e poi mi ha risposto secco: “No!”. È stato proprio a quel punto che ho capito che quel film andava fatto!
Nel film la parte di Giorgio Rosa è interpretata magnificamente da Elio Germano. È vero che la prima volta che è venuto nei vostri studi di Groenlandia (la società di produzione fondata nel 2014 da Sibilia e Matteo Rovere, ndr) per discutere del ruolo, gli hai fatto trovare un modellino dell’isola?
Sì, è vero! In realtà a voler fare quel modellino è stato Matteo Rovere, il produttore del film e mio socio a Groenlandia. Avevo scritto la sceneggiatura in maniera piuttosto libera, usando la creatività e la fantasia. All’inizio non avevo pensato ai risvolti pratici e produttivi che può avere l’idea di ambientare un film su un’isola in mezzo al mare con le navi da guerra. Matteo lesse i copione e commissionò quel modellino. Siamo partiti dal plastico dell’isola reale. Quella che si vede nel film è un po’ più cinematografica, un po’ diversa dalla realtà per evidenti esigenze produttive.
Molte delle scene riguardanti l’isola sono state girate a Malta, giusto?
Sì, abbiamo girato negli studi di Malta. Il primo problema per un film con un storia del genere, era proprio “Come fare a ricostruire un’isola al centro dell’Adriatico?”. Abbiamo pensato a una serie di soluzioni fantasiose, fino a quando siamo andati a visitare gli studi acquatici di Malta, molto famosi e usati anche per produzioni statunitensi. Lì c’è una piscina grandissima, navigabile, delle dimensioni di 100 metri per 90, per 4 metri di profondità dell’acqua. Abbiamo costruito un’isola a grandezza naturale, perché per il resto il film è molto analogico.
Il progetto dell’ingegner Rosa ricevette ostilità da parte di tutto il mondo politico italiano. Perché secondo te nessuno si schierò a favore di questa idea?
In effetti Giorgio Rosa riuscì a mettere d’accordo tutti: ogni membro del Parlamento voleva distruggere quel luogo, in cui di fatto non accadeva nulla di strano. Oggi si direbbe che era una start-up, c’era un bar e pochissimo altro. Credo facesse paura l’idea di non poter avere controllo su quel territorio, forse temevano potesse creare un precedente. Tutta una serie di concause portarono, alla fine, alla distruzione dell’isola. È interessante e nel film ci chiediamo i motivi… Perché tutta questa violenza contro una semplice piattaforma, che non si trova nemmeno in acque territoriali italiane? Perché una nazione che si dichiara libera dovrebbe condannare qualcuno che libero lo è veramente? Forse perché si è liberi soltanto se il sistema lo consente?
Toglimi una curiosità: “Smetto quando voglio” ha avuto un remake spagnolo. Lo hai visto?
Sì, la versione iberica si intitola “Lo dejo cuando quiera”. Il film ha incassato dieci volte quanto abbiamo guadagnato noi in Italia, è stato un grandissimo successo. Agli spagnoli è piaciuto moltissimo, e ha divertito anche me, anche se devo dire che lo hanno un po’ adattato.