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Covid, virus inarrestabile: Londra, Berlino e New York verso il lockdown

Dall'Europa agli Usa scattano severe misure restrittive per le festività di Natale

Mentre l’Italia si prepara a nuove misure anti Covid più restrittive, il resto del mondo occidentale le sta già mettendo in atto. La battaglia contro il coronavirus continua infatti con l’inasprimento delle restrizioni un po’ dovunque. Londra si appresta a tornare all’allerta rossa chiudendo ristoranti, pub e molti negozi. Berlino e tutta le Germania vanno verso il lockdown. Linea dura anche in Danimarca e in Olanda, che chiuderà tutto per cinque settimane, mentre New York si prepara all’ipotesi di una chiusura totale.

Londra

Nella capitale britannica l’alleggerimento delle restrizioni è durato meno di due settimane. Il ministro della Sanità, Matt Hancock, ha annunciato che da domani 16 dicembre Londra passerà dall’allerta arancione a quella rossa. Cosa significa? Semplice: ristoranti, pub, teatri e alcuni negozi sbarrati. Un giro di vite, esteso anche alla vicina contea dell’Herfordshire, che resterà in vigore fino al 23 dicembre. A quel punto è programmato che entri in vigore, in  tutto il Paese, un alleggerimento di cinque giorni delle restrizioni in occasione del Natale. La Gran Bretagna, dove l’8 dicembre è cominciata la campagna di vaccinazione contro il coronavirus, è però spaventata anche da altro. Si è scoperta in Inghilterra una variante del Sars-CoV-2 circa la quale sia l’Oms che il ministro Hancock si sono affrettati a rassicurare la popolazione. Al momento non esistono prove certe che tale variante renda inefficace il vaccino.

Germania

Dopo gli oltre 16mila contagi da coronavirus nel Paese nelle ultime 24 ore, anche in Germania scatta il lockdown dal 16 dicembre. Il bilancio complessivo dei decessi si avvicina a quota 22mila ma la cancelliera Angela Merkel, davanti ai 600 morti quasi raggiunti in un solo giorno, ha deciso per una stretta proprio nel periodo del Natale. Obiettivo: frenare la curva epidemiologica e alleggerire la pressione sul sistema sanitario. “Chiuderemo i negozi che non vendono generi di prima necessità, terremo aperti solo alimentari e quelli che vendono prodotti urgenti di uso quotidiano – ha detto la Merkel -. Ci sarà il divieto di vendita di articoli pirotecnici prima di Capodanno”.

Olanda, stop di 5 settimane

Chiude tutto anche in Olanda, dover il premier Mark Rutte ha annunciato un lockdown duro per almeno cinque settimane. Questo perché le autorità del principale tra i cosiddetti “Paesi frugali” hanno dovuto constatare che le misure più soft non sono servite ad arginare i contagi. Stop a scuole, negozi non essenziali, musei, teatri e parrucchieri. Restano chiusi poi bar e ristoranti. L’annuncio, dato in diretta tv, ha scatenato qualche protesta sotto il palazzo del governo.

New York

Sembra che la chiusura sia un’ipotesi concreta anche per New York. La Grande Mela si prepara al peggio. “Una pausa come quella di fine primavera“, l’ha definita, forse un po’ eufemisticamente, il sindaco Bill de Blasio. “Il governatore ha detto che dovremmo prepararci per la possibilità di uno shutdown (uno “spegnimento”, ndr.) totale, e sono d’accordo. Dobbiamo ammettere che è un’ipotesi e dobbiamo iniziare a prepararci”, ha affermato de Blasio. Gli Stati Uniti sono ancora il primo Paese al mondo per casi di coronavirus. E lo Stato di New York è il primo degli Usa sia per vittime a oggi (oltre 35mila) che per persone attualmente ricoverate (oltre 91mila).

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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