A dieci giorni esatti dal primo – e si spera ultimo – Natale dell’era Covid, l’Italia e l’Europa tutta sono immerse fino al collo nella seconda ondata del coronavirus. Altro che superamento dell’emergenza. Il Governo Conte sta per varare nuove misure restrittive per i giorni delle festività: Natale, Capodanno e forse le vigilie. Perché, secondo gli esperti del Comitato tecnico scientifico (Cts) che affianca l’esecutivo, si rischia grosso. Cosa vuol dire?

L’allarme di Giuseppe Ippolito

A corroborare i timori arrivano le dichiarazioni del direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito. “Il virus è ancora lì e si diffonde sempre allo stesso modo. È pericoloso oggi come lo era a marzo scorso – dichiara Ippolito -. E lo sarà a marzo del 2021 se non saremo stati intelligenti durante le festività di fine anno”. Il messaggio è inequivocabile. Viene da uno dei più stimati esperti che, fin dall’inizio della pandemia, ha fatto sentire la sua voce, con pacatezza e puntualità. Se è vero che, come ribadito sia dal ministro della Salute Speranza che dal commissario Arcuri, si comincerà a distribuire il vaccino anti Covid da gennaio prossimo, ci vorranno mesi perché gli italiani siano vaccinati. Gratuitamente e su base volontaria. Ma questo non basterà per evitare automaticamente una possibile nuova ondata di Covid.

Conte: “Scongiurare la terza ondata”

Sale dunque l’attesa per la decisione del governo sulle nuove misure in vista del Natale Per il premier Giuseppe Conte occorre a tutti i costi “scongiurare una terza ondata”. “Abbiamo già predisposto un piano dedicato specificamente alle festività natalizie – dichiara il premier in un’intervista al quotidiano La Stampa -, anche alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico. Ora si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva“. Il presidente del Consiglio ha poi lanciato un appello agli italiani: “Siate responsabili”.

Italia in crisi economica profonda

È più difficile, però, adesso, dopo 10 mesi di pandemia e oltre 65mila vittime, fare appello alla responsabilità. Non perché non ci sia motivo per farlo, anzi: ce n’è più di prima. Ma perché dopo 10 mesi molti lavoratori, imprenditori, commercianti, professionisti, ditte ed esercenti sono allo stremo. La situazione economica è pesante. Su molte realtà si allungano le ombre degli usurai e delle mafie che in tempi di crisi, debiti e recessione approfittano come “avvoltoi”. E si arricchiscono sulla pelle delle cittadini in difficoltà.

Recovery fund e Mes

Servirebbero moratorie sugli affitti dei fondi di bar e ristoranti, ad esempio. Ma anche “ristori” veri e immediati sul conto corrente (il governo ha già fatto più decreti in questo senso). Al momento, inoltre, non è chiaro quando arriveranno in Italia i 209 mardi di euro del Recovery fund, il maxi stanziamento dell’unione europea per il nostro Paese. E non è definitivo cosa accadrà del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, del quale l’Italia chiede ai partner dell’Unione una riforma per poterlo accettare.