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Ungheria, Orban: vietate nella Costituzione le adozioni da parte di coppie gay

Dure proteste delle associazioni e di Amnesty International

Stop in Ungheria alla possibilità per le coppie gay di adottare bambini. Il parlamento ungherese ha infatti approvato una legge che limita l’adozione di figli ai soli eterosessuali, vietandola agli omosessuali. Il provvedimento è passato con la stragrande maggioranza di voti favorevoli. Soltanto 45 i deputati contrari e cinque coloro che si sono astenuti. I parlamentari magiari hanno così approvato una modifica alla Costituzione. E, sempre in riferimento alla famiglia, hanno scritto nel nuovo testo costituzionale che: “La madre è una donna, il padre è un uomo”. La misura, fortemente discriminatoria per la comunità Lgbti (acronimo che sta per Lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersessuali), ha subito durissime critiche dalle associazioni gay e dalle organizzazioni per i diritti umani.

Orban: “Occidente corrotto”

Nel Paese magiaro vige il governo di Viktor Orban, accusato in Occidente di avere, di fatto, già istaurato uno strisciante regime autoritario e liberticida. Lo stesso Orban ha spiegato il cambiamento relativo alle adozioni gay dicendo che “i nuovi processi ideologici in Occidente” hanno reso necessario “proteggere i bambini da possibili interferenze ideologiche o biologiche”.

“Educazione ungherese per i bambini”

Un’altra modifica alla Costituzione “garantisce l’educazione dei bambini secondo la cultura cristiana (ungherese)”. L’obiettivo, ha spiegato su Facebook il ministro della Giustizia Judit Varga “è proteggere i nostri bambini, non limitare i diritti di alcuni gruppi sociali”. In Ungheria, prima dell’introduzione di questo provvedimento, gli omossessuali potevano adottare grazie alle norme che lo concedevano ai single. Con la nuova legge invece, che introduce il concetto di famiglia legale solo se costituita da “padre e madre”, si è di fatto esclusa questa possibilità.

La replica di Amnesty

Amnesty International aveva già denunciato che si tratta di misure “discriminatorie, omofobiche e transfobiche”. Ovvero norme che costituiscono un nuovo attacco contro le persone Lgbti. Questo poiché la riforma costituzionale limita i diritti già esili di quella comunità”. Per l’organizzazione che difende i diritti umani è arrivata “la consacrazione dello stigma e della discriminazione ai danni delle persone omosessuali, transgender e intersessuali”. Il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, ha sottolineato che “le organizzazioni per i diritti umani hanno sollecitato la Commissione europea ad aggiungere ai temi oggetto della procedura in corso contro l’Ungheria, attivata ai sensi dell’articolo 7 del Tratto dell’Ue, anche questi nuovi gravi attacchi ai diritti delle persone Lgbti”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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