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Covid: Italia zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio, nei festivi e prefestivi

Nei giorni lavorativi zona arancione, e in casa a Natale solo 2 "non conviventi"

Coronavirus, arriva la stretta di Natale. Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi. Ma diventerà zona arancione nei giorni lavorativi. Questo l’orientamento che sta emergendo in queste ore prima del Consiglio dei ministri di oggi 18 dicembre. L’indicazione arriverebbe dal vertice del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione di maggioranza, presente anche il ministro per le Autonomie regionali Francesco Boccia.

Deroga per gli spostamenti

Deve però proseguire anche il confronto fra l’esecutivo e le regioni. E non si esclude che arrivino sorprese. Al momento si pensa anche a deroghe ben precise. In pratica, secondo l’ipotesi più probabile al pomeriggio del 18 dicembre, nel periodo delle festività si potrà uscire dal territorio dei piccoli Comuni sotto i 5mila abitanti, entro un raggio di 30 chilometri. Sono queste, in sostanza, le decisioni che il governo avrebbe comunicato alle regioni. Non ci si potrà però muovere per andare nei Comuni capoluogo, anche se si trovano entro un raggio di 30 km.

Il dilemma dei “due invitati” e gli under 14

E non manca la cosiddetta deroga “dei due commensali” per il pranzo di Natale, o il cenone, o i ritrovi familiari a casa. Si è discusso di questo elemento e la proposta fa parte del “pacchetto” di misure che il governo ora propone ai governatori. Giuseppe Conte, d’intesa con i ministri e in particolare con Speranza e Boccia, cercherà fino all’ultimo un’intesa senza però dare l’impressione di cedimenti inopportuni. Nell’ambito della zona rossa e arancione – quindi fermo restando il divieto di spostamento tra le Regioni – sarà consentito, quindi, sia nelle giornate “rosse” che in quelle “arancioni” a massimo due non conviventi di effettuare visite nelle abitazioni private. Per la deroga non sono conteggiati gli under 14, i cui spostamenti saranno quindi consentiti. Vale a dire che i bambini e i ragazzi con meno di 14 anni non faranno “numero” al fine di restringere al massimo la cerchia familiare. Potranno invece stare sempre con genitori e parenti.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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