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Governo in bilico, Conte accelera sul Recovery plan: “Presto in Consiglio dei ministri”

Il premier cerca nuovi equilibri con gli alleati per evitare la crisi

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, lavora a corpo morto al Recovery plan: il progetto di spesa degli stanziamenti del Recovery fund europeo da presentare a Bruxelles. Ma non è questo, se vogliamo, il vero nodo della questione. Piuttosto, dal punto di vista del premier, c’è da assicurare all’esecutivo, anche grazie a un rapido varo del Recovery plan, una solida base in Parlamento in piena seconda ondata della pandemia. E nel momento in cui c’è da rendere immediatamente efficace il Piano vaccini, che da gennaio deve assolutamente entrare nel vivo.

Renzi, spina nel fianco di Conte

La maggioranza scricchiola da tempo. Matteo Renzi, con Italia Viva, costituisce ormai una spina nel fianco. E va ascoltato. Chiede più trasparenza sulla gestione dei 209 miliardi annunciati dall’Unione europea con destinazione Italia. E vuole pesare di più, politicamente parlando, con la sua compagine di governo. Ma Conte, dopo i summit coi renziani dei giorni scorsi, ora passa al contrattacco. In tre mosse. La “riapertura” del dossier Recovery plan a partire dai suoi contenuti. La creazione di un gruppo di lavoro ad hoc di maggioranza. L’approdo finale in Parlamento.

In ballo c’è il destino del governo

Si tratta di evitare la crisi di governo. Italia Viva non scherza. Il rischio è reale. Il M5S è in allerta. L’obiettivo, spiega Conte, ora è portare la bozza finale del Recovery plan in un Consiglio dei ministri da tenersi assolutamente entro la fine di quest’anno. “Discutiamo ma andare oltre sarebbe imperdonabile”, sottolinea il premier. Via, dunque. a un nuovo giro di incontri. L’Impianto del Recovery plan non verrà rivoluzionato ma qualcosa di sostanziale cambierà. Anche se la novità politica è la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc composto dai rappresentanti delle forze di maggioranza.

Il Pd preme sul premier

Per ora, tuttavia, si naviga a vista. E Matteo Renzi tiene alta la tensione. Il 21 dicembre ha attaccato sulle misure anti-Covid e rilanciato sul Mes sanitario. Innescando l’indiretta replica del premier: “Le risorse sulla sanità non sono solo dirette ma ci sono progetti trasversali, come per l’efficientamento degli ospedali”, è stata la replica del premier al momento dell’incontro con la delegazione Pd. Ora i dem paludono allo sblocco dell’impasse sul Piano ma avvertono che bisogna “consentire la discussione in Parlamento e l’apertura di un dibattito nel Paese. Con le parti sociali, le imprese, l’associazionismo, i giovani, le donne, le associazioni ambientaliste. È impensabile disegnare l’Italia del 2030 senza coinvolgere il sistema Paese.” “Sulla task force serve chiarezza, non può sostituire le istituzioni”, sottolinea il Pd. La struttura ce la chiede l’Ue “ma non non è pensabile né lo abbiamo mai fatto che sia centralizzata e invasiva”, assicura Conte. E sul punto promette “una soluzione ampia e condivisa”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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