Giunti ormai al termine di un anno particolare, per così dire, è arrivato anche il momento di tirare le somme. Nonostante tutto, il 2020 è stato un anno ricco di sorprese nel panorama dell’audiovisivo, soprattutto in ambito seriale. L’Italia ha mostrato, attraverso la produzione di contenuti originali, di potersi affermare nello scenario mediale. Il tutto facendo talvolta leva anche sulle proprie peculiarità intrinseche, sulle potenzialità offerte dall’unicità del paesaggio italiano e, perché no, restituendo al pubblico anche quelle contraddizioni di fondo, implicite nella nostra società. Sotto questa molteplice funzione, abbiamo dunque assistito a una proliferazione di prodotti seriali giustamente di successo, che hanno contribuito a rilanciare l’Italia nel panorama audiovisivo. Di seguito, una classifica che vuole ricapitolare quelle che, secondo noi, sono le dieci migliori serie italiane realizzate nel 2020.
10. Diavoli
Coproduzione italiana, inglese e francese, l’acclamata serie è stata ufficialmente rinnovata per una seconda stagione. Nel cast possiamo vedere Patrick Dempsey, Alessandro Borghi, che più avanti ritroveremo, e Kasia Smutniak. Tratta dall’omonimo romanzo di Guido Maria Brera, la serie vede l’attore nostrano nelle vesti di Massimo Ruggero, un trader italiano che, grazie all’amministratore delegato Dominic Morgan (Dempsey), raggiunge i vertici dell’American New York – London Bank (NYL). Coinvolto in uno scandalo, dovrà compiere una scelta che lo porterà a decidere se guardare agli interessi del proprio paese o unirsi a chi può dargli soldi e potere. In onda su Sky Atlantic, la serie ha coinvolto milioni di spettatori, grazie a una sceneggiatura solida e al gran livello delle interpretazioni, tra cui spicca quella di Borghi, da menzionare anche per il suo accento inglese impeccabile.
9. The New Pope
Diretta da Paolo Sorrentino e distribuita anch’essa su Sky Atlantic, la serie è il sequel di The Young Pope. Le sue vicende hanno dunque inizio dove la prima parte era rimasta: papa Pio XIII viene colto da un malore, per cui il Cardinal Voiello avanza la proposta di una nuova elezione papale, cogliendo la palla al balzo. A vincere, tuttavia, sarà un cardinale inglese. Nel frattempo, papa Pio XIII sembra rimettersi, per cui il posto di vicario di Cristo è ora ricoperto da due personalità che non sono intenzionate a rinunciare alla carica. Paolo Sorrentino ha dimostrato la sua grande abilità nel sapersi giostrare su grandi produzioni, barcamenandosi con attori del calibro di Sharon Stone, Jude Law, John Malkovich, Massimo Ghini e Silvio Orlando. L’insieme è un prodotto organico, magistralmente strutturato e mai confusionario.
8. Doc – nelle tue mani
Liberamente ispirata alla vita di Pierdante Piccioni, si tratta di una produzione interamente italiana. Le vicende seguono Andrea Fanti, interpretato da Luca Argentero, un primario che si risveglia dal coma senza ricordare più nulla. Tale fattore lo porterà a ricoprire il ruolo di paziente, in un luogo in cui lui era la massima autorità in campo medico. Oltre a lui troviamo, tra gli altri, anche Matilde Gioli, nel ruolo nel ruolo di Giulia Giordano e Gianmarco Saurino, nelle vesti di Lorenzo Lazzarini. Mike Wald, vicepresidente esecutivo della sezione Distribution and Network di Sony Pictures Television, ne ha parlato come di una “storia umana dal fascino internazionale“. Per questo motivo ne ha predisposto il lancio in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, dopo che è stata rilasciata in Spagna e Portogallo.
7. Suburra
Grande protagonista di questo 2020 è stata indubbiamente la stagione conclusiva di Suburra, distribuita su Netflix. Qui ritroviamo Alessandro Borghi, nel ruolo di Aureliano Adami. La serie riprende le vicende raccontate nel libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini e vede, come scenario ideale, una Roma sotterranea, malavitosa in cui tutto è orchestrato secondo un ordine prestabilito. Un ordine in un certo senso anche naturale, in cui prevale la legge del più forte. La città eterna si fa testimone delle battaglie tra criminali per la conquista del potere. Il cast è già di per sé un marchio di garanzia: tra tutti, notiamo Claudia Gerini nel ruolo di Sara Monaschi, Filippo Nigro nelle vesti di Amedeo Ciniglia e Giacomo Ferrara come Alberto Anacleti, detto “Spadino”. Nonostante le critiche, mosse al finale sbrigativo che poteva essere gestito nel corso di un numero maggiore di puntate, l’atto conclusivo di Suburra, una delle migliori serie italiane di sempre, merita a pieno titolo un posto nella classifica.
6. Romulus
Rimanendo, in un certo senso, su suolo romano, ma riportando il tempo indietro di qualche secolo, troviamo la serie tv Romulus. Ideata da Matteo Rovere, è ambientata nell’VIII secolo a.C. e narra le vicende precedenti la nascita di Roma. Presentata in anteprima alla Festa del cinema di Roma il 23 ottobre e resa disponibile, a partire dal 6 novembre su Sky Atlantic e Now Tv, la serie colpisce per la fedele ricostruzione della società arcaica. Merito di ciò deriva anche dall’aiuto di storici e archeologi, che hanno contribuito a offrire un’immagine quanto più vicina ai reali usi e costumi dell’epoca. Nel ruolo di protagonisti, Yemos e Wiros, troviamo rispettivamente Andrea Arcangeli e Francesco Di Napoli, L’esperienza immersiva, che si snoda nel corso delle dieci puntate, ricostruisce con dovizia di particolari quel mondo arcaico, rendendo Romulus una delle migliori serie italiane storiche, nonché una delle migliori in senso assoluto.
5. ZeroZeroZero
La serie nasce dalla penna di Roberto Saviano ed è stata prodotta per Sky Atlantic, Prime Video e Canal+. Si tratta di una coproduzione italo-franco-statunitense creata da Stefano Sollima, Leonardo Fasoli e Mauricio Katz. Composta da otto episodi, la serie ha al centro delle sue vicende l’impero della cocaina, mostrando le fasi, della distribuzione e dell’acquisto, attraverso gli occhi di diversi personaggi. L’impronta di Saviano, dalla cui penna sono nate Gomorra e La paranza dei bambini, è tangibile e diviene il marchio di qualità di questa serie. A ciò si aggiunge un cast variegato e internazionale di notevole spessore: Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Adriano Chiaramida, tra gli altri.
4. L’amica geniale – Storia del nuovo cognome
Seconda parte dell’acclamata serie italiana, nata grazie a Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome nasce dalla collaborazione tra Rai e HBO. Le protagoniste, interpretate da Gaia Girace e Margherita Mazzucco, sono ormai entrate nell’età adulta e la loro crescita è accentuata anche dal modo in cui il regista, Saverio Costanzo, si approccia alla storia. Il risultato è un insieme polisemico, sfumato e maturo, che riflette il percorso delle due protagoniste. Menzione d’onore anche per i due episodi firmati Alice Rohrwacher per quella che, anche negli Stati Uniti, è citata dalla stampa come un “best of” del 2020.
3. Il cacciatore 2
Produzione interamente italiana, la serie è ispirata alla storia vera del magistrato Alfonso Sabella, che ritroviamo nel personaggio di Saverio Barone. Ideata da Marcello Izzo, Silvia Ebreul e Alfonso Sabella e diretta da Davide Marengo, la seconda stagione si snoda nell’arco di otto episodi. In onda su Rai 2 dal 19 febbraio al 12 marzo 2020, a differenza della prima parte, questa seconda stagione si mostra più cupa e maggiormente claustrofobica. A stupire è anche l’impronta stilistica che la Cross Productions ha scelto di adottare, presentando conflitti mai banali e soluzioni, nella messa in scena, che difficilmente in Rai abbiamo avuto modo di vedere. Da citare anche un cast d’eccezione, tra cui figurano Francesco Montanari, Miriam Dalmazio, Francesco Foti, Edoardo Pesce e Roberto Citran. Grazie alla sua sorprendente ricercatezza, la serie merita una menzione nella classifica tra i migliori prodotti seriali italiani del 2020.
2. We are Who We are
Non potevamo di certo lasciarci sfuggire la prima serie diretta da Luca Guadagnino. ll regista ci aveva già conquistati con Chiamami col tuo nome e stupiti con Suspiria (già solo per la scelta di approcciarsi a uno di quei film unanimemente ritenuti “intoccabili”). Con questo prodotto, ha dimostrato di sapersi giostrare sapientemente anche sul terreno della serialità televisiva. Coproduzione italo-statunitense, We are Who We are ha debuttato negli Stati Uniti il 14 settembre ed è arrivata su Sky Atlantic a partire da ottobre. In otto puntate, la storia si focalizzerà sull’amicizia che Fraser stringerà con Catlin e altri ragazzi, dopo essersi traferito dagli Stati Uniti in Veneto, in una base militare. La vicenda perciò mostrerà le tipiche dinamiche adolescenziali, di scoperta del sé ma anche di ciò che è altro da sé, in un luogo inedito. Una menzione speciale va anche al cast, composto dalla candidata all’Oscar Chloë Sevigny, Jack Dylan Grazer, Alice Braga e Jordan Kristine Seamón, tra gli altri.
1. SKAM Italia 4
Nata dal franchise norvegese Skam, la versione italiana è giunta alla sua quarta stagione. Creata da Ludovico Bessegato per TIMvision e prodotta da Cross Productions, la quarta stagione della serie è costituita da 10 episodi. Interpretata dai giovani Ludovica Martino, Federico Cesari, Ludovico Tersigni, Rocco Fasano e Benedetta Gargari, tra gli altri, è una delle serie italiane di maggior successo di sempre. La sceneggiatura curata, i dialoghi mai banali e, soprattutto, la caratterizzazione del personaggio di Sana (Beatrice Bruschi), musulmana e italiana di seconda generazione, mostrano cosa voglia dire fare un ottimo adattamento. Proprio in merito a quest’ultima, le scene che la riguardano costituiscono il punto più alto dell’intera stagione, tanto da farla entrare a pieno titolo nella classifica.