Tradizioni religiose ma non solo. Ogni Paese del mondo ha le sue “superstizioni” natalizie. Riti e celebrazioni che si tramandano da tempo immemore e che affondano le proprie radici in secoli di racconti orali e comportamenti collettivi. È così che il Natale si arricchisce in termini di bellezza e curiosità, e la Natività di Gesù emerge come evento che influisce da sempre su tutte le culture.
Nonno Gelo e le pentole di coccio
Nel giorno di Natale in Portogallo e in Spagna si brucia il caganer, un piccolo tronco di legno cavo, con i regali per i bambini, che è stato dipinto e nascosto per tutto il mese di dicembre fino alla notte della vigilia. In Repubblica Ceca, invece, le donne non sposate tirano, stando di spalle, una scarpa verso la porta di casa e, se la punta è diretta verso l’uscio, significa che si sposeranno presto. Nella grande Russia, dove il Natale si festeggia il 7 gennaio secondo il calendario ortodosso, al posto del tradizionale Babbo Natale arriva Nonno gelo, Ded Moroz. In Giappone il colore rosso simboleggia la morte ed è proibito. Impossibile trovare i tradizionali Babbo Natale con il vestito rosso e la barba bianca. In Messico a mezzanotte, dopo la messa di Natale, i bambini rompono con i bastoni le pifiatas, pentole in coccio decorate dove sono conservati dolci e frutti di stagione.
Chicci di grano e una capra di paglia
La Provenza, ricorda Idi Bini sull’Ansa, comincia a festeggiare il 4 dicembre. Nelle terra francese dei grandi campi di lavanda esiste un rito propiziatorio associato a santa Barbara, patrona dei minatori. Si seminano chicchi di grano e lenticchie in un piatto ricoperto di muschio da annaffiare ogni giorno fino a Natale. È un rito di buon auspicio per il raccolto di primavera. Nei Paesi di lingua tedesca il 6 dicembre, giorno di San Nicola, si festeggia il santo protettore dei bambini che è in competizione con il cattivo Krampus, un diavolo dalla spaventosa maschera in legno, arricchita di nastri e campanacci. Krampus distribuisce carbone e sferza i passanti con fruste di rami. Nei Paesi scandinavi di tradizione luterana c’è Yule Goat, una capra di paglia e stoffa rossa, portatrice di doni e simbolo di buon augurio.