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Brexit, viaggi lavoro e studio in Gran Bretagna: cosa cambia dal 1 gennaio 2021

Per i turisti basterà il passaporto ma scatteranno regole nuove per lavorare e studiare a Londra

Si apre una nuova epoca nelle relazioni tra la Gran Bretagna e l’Unione europea. Trovato l’accordo che entrerà in vigore il 1° gennaio, ecco che cosa succede in alcuni settori di vitale importanza per le due parti. Quali i viaggi, l’istruzione e il commercio. Scatterà a questo proposito, ed è particolarmente importante, il divieto quasi totale di applicazione di dazi alle frontiere sulle merci. Il Parlamento di Westminster si riunirà per votare l’accordo il 30 dicembre. Per la ratifica da parte del Parlamento europeo bisognerà invece attendere. L’accordo sarà esaminato “in dettaglio prima di decidere se dare il consenso nel nuovo anno”, ha precisato il presidente dell’Eurocamera, l’italiano David Sassoli.

Scambi commerciali

Sarà evitata in modo quasi completo l’applicazione di dazi alle frontiere sulle merci e i prodotti esportati dal Regno Unito ed Europa e non ci sarà un limite alla quantità di prodotti commerciabili tra i due Paesi. Sembra incredibile ma un settore di ridotto impatto economico era diventato il maggior nodo da districare. In base all’accordo, l’Europa rinuncia ora a un quarto della quota di pesce catturato nelle acque del Regno Unito, molto meno dell’80% inizialmente richiesto dalla Gran Bretagna. Il sistema sarà in vigore per 5 anni e mezzo, dopodiché le quote saranno riesaminate.

Università: Erasmus addio

Il Regno Unito non farà più parte del programma europeo di studio Erasmus. Questo significa che non solo gli studenti britannici non potranno accedervi ma, dal 2021, anche i loro colleghi europei dovranno richiedere il visto per studiare. I ragazzi italiani, ad esempio, così come quelli tedeschi, olandesi e di tutti gli altri Paesi dell’Unione, se vorranno recarsi in Gran Bretagna per studiare nei prestigiosi atenei del Regno, dovranno e pagare la retta universitaria – alta – come qualsiasi altro studente non britannico.

Visto e passaporto

Se per fare turismo oltremanica basterà il passaporto, per potere lavorare a Londra come in qualsiasi altra parte della Gran Bretagna, bisognerà essere in possesso di un visto. Non semplicissimo da ottenere. Lo si avrà soltanto nel caso in cui si abbia già un impiego, retribuito per almeno 26.500 sterline – circa 29mila euro -. E a patto di avere un livello di conoscenza di inglese B1. È prevista invece una corsia preferenziale (fast-track entry) per ottenere il visto per i lavoratori del settore sanitario. La questione del nuovo visto non coinvolge tuttavia gli oltre 4 milioni di europei che già vivono e lavorano stabilmente nel Regno Unito.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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