Ha ottenuto la sua prima parte in un film a 7 anni ma ha fatto il vero salto nell’olimpo delle celebrities nel 2009, con il personaggio di Lisbeth Salander nella trilogia tratta dai romanzi “Millennium”. Oggi Noomi Rapace compie 41 anni e la sua incredibile preparazione – durata oltre 7 mesi – per un personaggio femminile radicale rimane una delle più affascinanti degli ultimi anni. Ma come è nato il dark look di Liz e perché il suo impatto sul pubblico rimane così forte?

Il casting per ottenere la parte non è stato facile, anzi, è stato piuttosto lungo. Sebbene sin dalle prime fasi Noomi Rapace abbia schiacciato la concorrenza, la sua immagine pulita e aggraziata rischiava di tradire le aspettative del pubblico sul personaggio. Troppo poco magra? Troppo bassa? Non abbastanza giovane? L’eredità era di quelle pesanti: la trilogia di romanzi di Stieg Larsson aveva già venduto più di 8 milioni di copie in tutto il mondo. Eppure è bastato vederla sullo schermo nei panni di Lisbeth Salander, nel primo film della trilogia “Uomini che odiano le donne”, per capire che era lei quella giusta. Panni, peraltro, difficili da indossare, che le hanno richiesto una trasformazione radicale: trucco pesante, dark look, tacchi vertiginosi e pantaloni aderenti. E poi sì, ovviamente, l’invasione di piercing e tatuaggi.

Il lavoro di preparazione dietro il look

«È stata una faticaccia – ha raccontato in un’intervista rilasciata a IlVenerdì di Repubblica – cinque chili persi con la dieta. Allenamenti durissimi di kick boxing e taekwondo per snellire i fianchi e indurire la figura. Taglio dei capelli, piercing e tatuaggi hanno fatto il resto. Ho capito che c’ero riuscita quando gli amici hanno iniziato a non riconoscermi, mio marito mi ha fatto capire che non gli piacevo più». Noomi Rapace, che fieramente si definisce una trasformista, si è impegnata in oltre 7 mesi di preparazione per il personaggio. Non solo dieta, taglio di capelli e allenamento fisico, ma anche diverse lezioni di guida per ottenere la licenza e gestire in sicurezza una moto come quella di Liz durante le riprese. Per quanto riguarda i piercing, invece, oltre ad averne fatti alcuni ex novo (al naso e al sopracciglio), l’attrice ha riaperto dei vecchi buchi: un tempo era stata una punk rocker.

Coincidenza curiosa con il suo personaggio che, stando a quanto raccontato proprio dall’attrice, l’ha portata a ripescare un certo sentimento assopito, a rispolverare in età matura alcune pulsioni di gioventù che la vedevano proprio tra le fila della cultura punk rock. «Alla gente piace leggere o guardare storie sui perdenti. Ma lei è una vittima che rifiuta di esserlo, che ogni secondo della sua vita combatte per la sopravvivenza, che cerca di tirarsi fuori». Il risultato è un personaggio femminile potente, lontano dai cliché ma definitissimo nel look. Aggraziata, femminile ed armoniosa nella vita reale; dura, spigolosa e cupa nei panni di Lisbeth Salander: Noomi Rapace cambia pelle.

Noomi Rapace, i codici di femminilità del look Salander

Anfibi, tacchi alti, felpa, un look total black che strizza l’occhio all’androgina ma al contempo lascia spazio ad un tipo di femminilità prepotente, sgraziata ma paradossalmente sexy. Lisbeth Salander si prende quello che vuole e annienta quello che la ferisce. Non troppo distante dallo stile bondage che, proprio a cavallo tra gli anni Dieci e Venti del 2000, è tornato alla ribalta come emblema di una nuova femminilità. Non avrà certo le unghie extra-lunghe della black culture o della chicana, rappresentate, sempre sul podio, da Rihanna e le altre. Eppure, con il primo film della saga uscito nel 2009, lo stile Salander ha imposto ancora una volta un look che supera perfino la cultura dark a cui si ispira nei toni e nell’immaginario storico.

È una femminilità che grida, che lascia a casa orpelli e tonalità pastello, e dà una sforbiciata netta al wavy bob. Piuttosto usa borchie, pelle nera e accessori come armi per affermarsi e difendersi. Insomma, come la storia insegna, quando lo stile femminile ruba dall’armadio di quello maschile c’è sempre una rivoluzione identitaria in atto. Forse per questo, nel giorno del suo 41esimo compleanno, non possiamo fare a meno di associare ancora Noomi Rapace ad un personaggio che l’ha segnata a partire dello stile. Uno stile che, al di là delle apparenze da red carpet, emerge anche nella sua vita privata. L’attrice svedese è una diva dai tagli cortissimi e dai colori accesi, con una presenza scenica rock e un atteggiamento schivo. D’altra parte, la vera carta vincente dell’operazione cinematografica Lisbeth Salander continua ad essere, sopra ogni cosa, lo sguardo di Rapace. Quel guizzo rabbioso e prevaricante, pronto all’azione purché porti al riscatto personale, è l’accessorio più riuscito del suo look.