Prendi un limousine, mettici cinque amici; poi aggiungi la voglia di scatenarsi in un club e ottieni: il Capodanno che avrebbe dovuto essere. L’episodio di How I Met Your Mother, quello in cui i cinque protagonisti avrebbero dovuto festeggiare il Capodanno itinerante tra un club di New York e l’altro senza riuscirci, è profetico e totalmente, anche se non in maniera del tutto intuitiva, simile a quello che stiamo per vivere. Chi poteva immaginare, dodici mesi fa, che quest’anno, che il 2020, ci avrebbe insegnato a rinunciare agli altri, alla magia intrinseca delle aspettative sansilvestriane? Nessuno poteva prevederlo. Allora abbiamo dovuto adeguarci, assorbire il colpo ed elaborare: quest’anno, alla mezzanotte, nessuno forse cercherà la propria stella. A nessuno verrà uno spontaneo “auguri!”; staremo tutti in stallo, in attesa del miracolo, anche laico. Guarderemo negli occhi noi stessi e, se saremo fortunati, incontreremo lo stesso sguardo, un po’ stanco e spaventato, della persona di fronte a noi.

Niente locali, niente cenoni, niente buoni propositi. Quelli sono rimasti bloccati alla mezzanotte del 31 dicembre 2019. Quest’anno c’è solo tanta amarezza da mandare giù e un digestivo non basterà. Eppure, in mezzo a tanto sconforto e a tanta insicurezza, c’è una luce. Piccola, fievolissima, ma c’è. Ce lo insegna Ted Mosby.

Il Capodanno che avremmo voluto fosse

 

Nell’episodio The Limo, l’undicesimo della prima stagione di How I Met Your Mother, Ted Mosby organizza un Capodanno itinerante per i suoi amici: Lily, Marshall, Barney e Robin. Ha previsto ogni cosa: limousine con autista, i locali in cui fare tappa e ha persino progettato nel dettaglio come avrebbe dovuto essere il momento esatto dello scoccare della mezzanotte. Una serata perfetta. Ecco, questa è già una prima analogia con il Capodanno 2020: lo scorso anno avevamo fatto progetti, il mondo non era perfetto, ma noi avevamo programmato le nostre vite perché fossero migliori.  Avevamo un piano, ma non avevamo calcolato gli imprevisti.

Anche Ted non lo ha fatto, ha dato per scontato che ci fosse qualche intoppo, ma non che sarebbe naufragato tutto. La serata inizia in limousine, ma per assurdo, uno dopo l’altro, si palesano gli ostacoli. Ne arrivano talmente tanti, tra cui una ruota bucata nel traffico di New York, che Ted si perde d’animo. Si annichilisce di fronte all’imprevisto e pensa che sia tutto perduto. Per noi è arrivato febbraio, è arrivato il Covid-19. Definirlo ostacolo, definirlo imprevisto è riduttivo. Una pandemia. No, anche noi, come Ted, non ce lo aspettavamo e siamo rimasti fermi. Immobili. Esterrefatti.

Poi arriva la mezzanotte e Ted è lì, in minuscolo abitacolo con le cinque persone a cui vuole più bene al mondo. Realizza che non ci sono stati club, né Time Square, ma ci sono loro. Sono rimasti e insieme, nel silenzio dello spazio vitale di una vettura, hanno brindato. Cinque amici e quattro porte. Poi arriverà la nostra mezzanotte, arriverà come un’onda alta e maldestra il 2021, e saremo pochi, non avremo il nostro solito Capodanno, ma ci saremo. Arriverà la mezzanotte e non avremo Time Square, avremo solo le nostre mura ma, in solitudine o in piccola compagnia, ci saremo. Ed ecco la fievolissima luce. Il Capodanno profetico di Ted Mosby; la nostra notte di San Silvestro.