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Covid, in Italia 470mila nuove dosi del vaccino Pfizer. Record di vittime in Germania

Un quinto andrà alla Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia

È arrivato prima dell’alba di oggi 30 dicembre, all’aeroporto milanese di Malpensa, il primo dei sei aerei che porteranno in Italia la prima fornitura settimanale di 470mila dosi del vaccino Pfizer. Dopo le iniziali, simboliche, 9.750 dosi arrivate via terra per il Vax Day del 27 dicembre scorso. Pesante la situazione della pandemia nel resto d’Europa. Picco di decessi in Germania. Per la prima volta in 24 ore sono stati superati i mille morti (1.129). 

Lombardia, subito quasi 100mila dosi

A seguito dello sbarco a Malpensa del carico dei vaccini Pfizer, sono stati poi mezzi Dhl, scortati da Guardia di Finanza e Polizia, a smistarlo in tutta Italia. Circa un quinto del totale, 94.770 dosi, sono oggi destinate ala Lombardia, ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera. Il commissario Domenico Arcuri, ha fatto intanto un bilancio delle primissime somministrazioni di questi giorni. Nelle 21 regioni e province autonome dove la struttura del Commissario Straordinario per l’emergenza Covid ha inviato domenica 27 dicembre i vaccini consegnati all’Italia dalla Pfizer sono stati già vaccinati 8.361 italiani. Una percentuale pari all’86% delle 9.750 dosi del 27 dicembre. Il dato proviene dalle comunicazioni dello staff di Arcuri.

Report online sulle vaccinazioni effettuate

“La campagna di vaccinazione di massa si intensificherà a partire da mercoledì 30, quando arriveranno in Italia 469.950 dosi di vaccino Pfizer destinati ai siti di somministrazione individuati dal Commissario in accordo con le Regioni.” “Le consegne proseguiranno anche nelle giornata del 31 dicembre per poi proseguire con un ritmo settimanale – spiega lo staff del Commissario Arcuri -. Nei prossimi giorni il commissario pubblicherà on line un report sul numero degli italiani che progressivamente saranno vaccinati“. Lo comunica lo staff del Commissario Straordinario Domenico Arcuri.

Da ogni flaconcino 6 dosi e non 5

A proposito del vaccino Pifizer-BioNTech c’è una precisazione significativa che arriva dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Da ogni flaconcino di vaccino anti-Covid di Pfizer-Biontech è possibile infatti ottenere 6 dosi e non 5. L’Aifa lo precisa sul suo sito web. La dose di vaccino per ogni persona è di 0,3 millimetri, che deve essere estratta in condizioni asettiche e utilizzando siringhe di precisione adeguate, da un flaconcino di vaccino che contiene 2,25 millimetri. Questo a seguito della diluizione prevista con soluzione di cloruro di sodio allo 0,9%. In questo modo, spiega la Sifo (Società italiana di farmacia ospedaliera), “con mille fiale potranno essere trattate 6000 persone invece che 5000“.

La Germania e il vaccino AstraZeneca

Se l’Italia comincia ad avviare la campagna vaccinale contro il Covid già altri Paesi d’Europa lo stanno facendo. Questo non significa che la curva dei contagi altrove sia meno grave che da noi. In Germania in queste ore si registrano picchi mai raggiunti per numero di vittime – 1.129 nelle ultime 24 ore – e si cerca di correre ai ripari. La settimana scorsa era stato raggiunto l’ultimo picco di 962 morti. Sono oltre 32mila le vittime complessive dall’inizio della pandemia in Germania. Via libera, intanto, in Gran Bretagna al vaccino AstraZeneca. Ma resta “improbabile” che l’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) riesca a dare il via libera nell’Unione europea al vaccino AstraZeneca/Oxford a gennaio. Lo sostiene il vice direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco, Noel Wathion, in un’intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad. “Non hanno ancora fatto domanda”, ha detto, sottolineando che “servono altri dati sulla qualità del vaccino”.

 

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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