Scadrà mercoledì 6 gennaio, giorno dell’Epifania, l’ultimo decreto sulle norme anti-Covid. Dal giorno seguente l’Italia potrebbe prendere due strade complementari, secondo le ipotesi emerse finora. Riformulare i criteri legati all’indice di contagio Rt per decretare zone arancioni e rosse regionali. E istituire zone rosse nei fine settimana sull’intero territorio nazionale. Per quanto riguarda la scuola, secondo fonti di governo la riapertura potrebbe slittare dal 7 al 18 gennaio. Il tasso di positività è schizzato in alto e ora vola al 17,6% dei tamponi effettuati.
Brusaferro: “Presto per tornare alla normalità”
Secondo l’ultimo bollettino ufficiale in Italia si sono verificati 11.831 nuovi casi di Covid in 24 ore. Le vittime sono state 364, i tamponi effettuati soltanto 67mila. “L’andamento dell’Rt, che indica la velocità di riproduzione del virus, sta di nuovo risalendo e il numero dei nuovi positivi rimane elevato – ha dichiarato al Corriere della Sera il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro -. Vediamo inoltre che lo stesso avviene negli altri Paesi europei dove le curve sono in crescita e questo mal comune deve metterci in guardia. Non possiamo illuderci di starne fuori. Dunque la situazione generale richiede grande attenzione“.
Scuola e sci: 18 gennaio la data decisiva
Il tasso di positività vola dunque quasi al 18% e ora sulla ripartenza delle Regioni, dal 7 gennaio nuovamente divise in tre fasce, pesa l’andamento dei contagi. Crescono di pari passo le perplessità sul fronte della riapertura delle scuole. Anche se l’avvio della didattica in presenza al 50% negli istituti resta al momento fissato al 7 gennaio, tra i governatori ci sono ancora molti dubbi. Tanto da spingere il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, a rimettere in discussione quella data. “Credo sarebbe giusto che il governo nelle prossime ore ci riconvocasse e insieme prendessimo una decisione, in maniera molto laica”, dice. In vista di un nuovo decreto che supererà l’ultimo Dpcm in scadenza il 15, si guarda inoltre a cosa succederà nelle prossime settimane. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato l’ordinanza con cui si differisce la riapertura degli impianti sciistici al 18 gennaio.
Le restrizioni nelle regioni
La collocazione dei territori nelle varie zone – gialla, arancione o rossa – sarà invece decisa in seguito al monitoraggio che arriverà nella prima metà della prossima settimana. A rischiare la zona rossa per ora sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, ma anche Puglia, Basilicata e Lombardia. Altri indicatori d’allerta riguardano Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna. Regioni che hanno una probabilità superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni. Per Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive. Incerta la situazione della Sardegna, mentre fonti di Governo fanno sapere che dal 7 l’Abruzzo tornerà in zona gialla.