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Covid, nuova stretta dopo Befana: weekend arancione e stop spostamenti fra Regioni. Al Governo Renzi chiede le dimissioni di Conte

Varato dal Cdm il decreto legge per il periodo dal 7 al 15 gennaio

Un tormentato Consiglio dei ministri ha dato il via libera, nella serata del 4 gennaio, al decreto legge con le nuove misure anti coronavirus per il dopo Epifania. Resteranno in vigore dal 7 al 15 gennaio. Il prossimo weekend del 9-10 gennaio vedrà l’Italia passare da zona rossa a zona arancione. Vietati gli spostamenti fra le regioni almeno fino a metà mese. E sul fronte politico è guerra aperta. Matteo Renzi vorrebbe le dimissioni di Conte per un maxi rimpasto di governo e il rafforzamento della compagine di Italia Viva.

Zona gialla rafforzata

Meno due, dunque. Oggi, poi domani giorno dell’Epifania, saranno gli ultimi giorni dell’Italia in lockdown per le feste natalizie e di Capodanno. Poi le cose cambieranno. Si tornerà alle tre fasce di rischio con i tre colori. Per il fine settimana che sta arrivando Italia in zona gialla il 7 e 8 gennaio, poi sabato 9 e domenica 10 in zona arancione. Negli altri giorni sarà in vigore una fascia “gialla rafforzata” con lo stop agli spostamenti tra le Regioni.

La riapertura delle scuole

Il Cdm ha visto su fronti opposti i ministri di Iv, Pd e M5S. Soprattutto per il tema scottante della data di riapertura in presenza delle scuole. E in particolare degli istituti superiori. La mediazione finale è caduta sull’11 gennaio gennaio, un lunedì: rientreranno in classe il 50% degli studenti delle superiori. Gli allievi di scuole elementari e medie rientreranno invece il 7. Il Consiglio dei ministri ha introdotto inoltre una valutazione più rigida dell’indice Rt del contagio di Covid. Si tratta di un parametro fondamentale per la classificazione di rischio in ciascuna regione italiana. E anche sui vaccini il decreto introduce una norma secondo cui, qualora un paziente non in condizione di esprimere il consenso libero alla somministrazione sia privo di un tutore legale, sarà il giudice tutelare a rinviare al direttore sanitario o responsabile medico la decisione della somministrazione.

Duro scontro fra Renzi e Conte

Ma il duello sulla scuola rischia di essere un’ulteriore coda velenosa dell’aria di pre-crisi che si respira nel governo. Matteo Renzi vuole le dimissioni di Giuseppe Conte prima di far partire la trattativa per un nuovo governo, riportano alcuni commentatori e analisti. Secondo un possibile scenario l’avvocato pugliese potrebbe restare presidente del Consiglio, ma con Maria Elena Boschi in un ministero pesante come la Difesa, dirottando Lorenzo Guerini al Viminale al posto della “tecnica” Luciana Lamorgese. La possibile svolta della crisi al buio del governo Conte è arrivata ieri in serata. Secondo fonti vicine a Renzi la sua intenzione non è quella di puntare all’addio di Conte a Palazzo Chigi ma di ottenere un semplice arrivederci: le dimissioni di Conte servirebbero a inaugurare un corposo rimpasto di governo che porterebbe all’approdo di Maria Elena Boschi nel nuovo esecutivo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore.

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