Covid, in Italia 260mila vaccinati. Riaperture scaglionate per la scuola: ecco chi torna in classe il 7 gennaio
Somministrazioni a buon ritmo ma la didattica in presenza resta problematica
Sfiorano quota 260mila, al mattino del 6 gennaio, le persone vaccinate in Italia contro il coronavirus tramite il vaccino Pfizer-BioNTech. Si tratta di oltre la metà delle dosi disponibili nel nostro Paese che sono già state inoculate. I dati sono quelli del report ufficiale del Governo e arrivano alla viglia della riapertura delle scuole, domani 7 gennaio. Non tutte, in realtà. Si tratta delle elementari e delle medie ma non delle superiori. Le regioni, tranne l’Alto Adige, hanno preferito scaglionare la ripartenza della didattica in presenza nell’arco delle prossime settimane.
Decolla la campagna vaccinale
La regione con la percentuale più alta di dosi somministrate in rapporto a quelle ricevute da Pfizer è il Lazio con il 77,9%. Seguono la Toscana (75,1%) e il Veneto (73,8%). In fondo alla classifica ci sono la Lombardia (21%), la Valle d’Aosta (18,07%), la Sardegna (9,8%) e la Calabria (6%). “Solo nella giornata di lunedì (4 gennaio, ndr.), con tutte le Regioni che hanno avviato la campagna, sono state somministrate oltre 65mila dosi, un dato record nell’ambito dell’Unione Europea – scrive l’Ansa citando fonti di Palazzo Chigi -. I numeri italiani sono già oggi soddisfacenti, perché pongono il nostro Paese al secondo posto nel continente per quantità di dosi somministrate”.
Scuola, calendario frastagliato
Se dal punto di vista sanitario si procede speditamente, continua a far discutere il rientro a scuola per il riavvio della didattica in presenza. Il governo ha stabilito che gli studenti di elementari e medie, oltre ai bambini dell’infanzia, torneranno in classe domani 7 gennaio come da calendario. Discorso diverso invece per chi frequenta le superiori. In questo caso il rientro avverrà lunedì prossimo 11 gennaio: torneranno in classe il 50% degli studenti. L’emergenza Covid registra ancora, in Italia, una circolazione sostenuta del virus. Il 5 gennaio si sono verificati 15.378 nuovi contagi e sono state 649 le vittime.
Esperti contrari al via libera
Molti esperti sono contrari alla riapertura degli istituti scolastici. “Ho detto ripetutamente che le scuole vanno aperte dopo aver fatto abbassare la curva epidemica a livello tale da rendere stabile la loro apertura. Al momento quindi non ci sono le condizioni epidemiologiche“, ha affermato Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute Roberto Speranza. Le Regioni hanno emanato ordinanze per rinviare il ritorno sui banchi degli studenti delle superiori.
Le riaperture regione per regione
In Veneto e Friuli Venezia Giulia le scuole secondarie resteranno chiuse fino al 31 gennaio. Il Piemonte prolungherà la didattica a distanza al 100% per le superiori fino al 16 gennaio. Rientro posticipato anche per le Marche: da febbraio. Costituisce un’eccezione l’Alto Adige. Lì da domani 7 gennaio gli studenti delle scuole superiori torneranno stabilmente a scuola in presenza. Domani e venerdì 8 l’orario dell’attività didattica rimarrà provvisorio, diventando definitivo a partire da lunedì 11 gennaio. Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha firmato l’ordinanza in base alla quale a partire dal 18 gennaio sarà valutata, dal punto di vista epidemiologico generale la possibilità del ritorno in presenza per l’intera scuola primaria, e successivamente, dal 25 gennaio, per la secondaria di primo e secondo grado. Per tutti resta confermata la didattica a distanza dal 7 gennaio. La scuola dell’infanzia e i primi due anni delle elementari torneranno in presenza l’11 gennaio.