In occasione degli 83 anni compiuti da Adriano Celentano il 6 di gennaio 2020, uno degli allievi artistici più prossimi alla musica del leggendario cantante ha deciso di vuotare il sacco e riconoscere a cuore aperto tutta l’influenza esercitata su di lui dal maestro. Si tratta di Morgan, figura più simile a Celentano di quanto non sembri, vista anche l’attenzione comunicativa e spettacolare, legata alla tv e ai media; e proprio la star dello scorso Sanremo ha sancito la parentela musicale con il veterano, in una lunghissima lettera dal sapore quasi saggistico, pubblicata ovviamente via social.
In una lunga lettera celebrativa, Morgan incorona Adriano Celentano come sua prima influenza: “E ora conduciamo Sanremo insieme”
“Adriano Celentano non è solo un cantante, autore, musicista, performer, attore e regista“, spiega Morgan, inquadrando così la figura del suo miro. “E’ un uomo. Ovviamente dotato di un talento eccezionale nella vocalità, la fisicità, le idee e l’anticonvenzionalità. E’ sempre stato anticonformista, con eleganza, dimostrando una personalità autonoma e idee non conformi al pensiero massificato. Idee talvolta scomode, ma spesso attraenti e originali“, racconta inquadrando la controversa figura dell’artista.
“Per talento, fantasia e umiltà, Adriano Celentano è un modello di essere umano e artista“, spiega ancora l’ex Bluvertigo, citando poi i ricordi personali legati alla sua figura. “E’ sicuramente il più grande artista italiano vivente“, continua. “Ho avuto modo di conoscerlo, e lo descrivo così perché proprio io ne sono un grande estimatore. Ma conoscere l’uomo conferma tutto ciò che appare“. La lettera non può però non concludersi con un’ideale proposta, di natura lavorativa: “Oggi che compie 83 anni vorrei fare ancora tante cose”, le parole di Morgan. “Come ad esempio condurre Sanremo. Lui diceva che sarebbe caduto il governo se lo avessimo fatto. Ma appena se ne andrà il virus tornerò a bussargli. Sono certo che ci divertiremmo molto. In fondo, appartengo alla sua categoria, lui è il mio padre putativo e io il suo figlioccio“.
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