Sfoggiato, sudato, criticato, strumentalizzato. Attorno al due pezzi che scandisce l’ansia ciclica della prova costume, il bikini, si è formata negli anni una cultura vastissima che non sempre ci piace (del body shaming, ad esempio, faremmo volentieri a meno). Ma com’è nato il costume da bagno più famoso del mondo? E com’era prima che diventasse sempre più sottile, sempre più scabroso e sempre più chiacchierato? Va detto subito: fin dal suo esordio sul palcoscenico della storia, il bikini ha fatto discutere e ha portato scompiglio.
Era il 1946 quando venne lanciato sul mercato un capo d’abbigliamento tanto innovativo quanto scandaloso. Una vera ‘bomba anatomica’, così la definirono all’epoca, poiché il nuovo costume da bagno femminile andava a riscrivere la storia del due pezzi da spiaggia. Dal 1935 in poi il costume da mare aveva sempre accuratamente coperto l’ombelico delle donne. Prima del due pezzi, del crop-top anni Novanta e degli eccessi della cultura pop-di massa lanciata dal 21esimo secolo, infatti, l’ombelico era considerato il centro del mondo, dell’eros e della femminilità. Guai a sfoggiarlo in spiaggia.
Micheline Bernardini: la prima donna ad indossare un bikini
Lous Réard però la pensava diversamente: nella Parigi del 1946 il sarto francese lavorò sul modello già introdotto mesi prima da Jacques Heim, mettendo a punto il costume da bagno più piccolo al mondo. Così piccolo da non riuscire a trovare una modella che lo indossasse. La scelta finì col ricadere su una spogliarellista del Casino de Paris, appena diciannovenne. Già, proprio una spogliarellista (per vivere) nonché danzatrice e modella (per formazione) e attrice (nell’ultima fase della sua carriera).
Nonostante tutto questo, ovviamente, a partire da quel 1946 il suo nome si legherà per sempre ad un fenomeno in cui, probabilmente, lei stessa inciampò per caso. Infatti fu lei, Micheline Bernardini, nata nel 1927 in Francia, ad indossare il primo bikini della storia. Un due pezzi sgambatissimo, poca stoffa tagliata nei punti giusti, tanto da ricordare la biancheria intima e superarla in termini di pudore e nudità. E, ciliegina finale, perfino con il temutissimo ombelico in vista!
Per il nuovo costume da bagno venne scelto un nome simbolico, che secondo Heim andava a sottolineare le sue dimensioni ridottissime (Atome – come un atomo) e che secondo Réard avrebbe avuto effetti ‘esplosivi’ sulla moda e nella società… Proprio come le bombe che gli Stati Uniti lanciavano sull’atollo di Bikini nelle isole Marshall. E con la stessa potenza, anche il bikini divise l’opinione pubblica: se pensate che faccia discutere solo oggi, nell’epoca dei social e dell’esibizionismo, immaginate quanto abbia sconvolto il costume dell’epoca.
E alla fine arriva Lei
Lanciato ufficialmente il 5 luglio del 1946, ci vorranno 15 anni prima che gli Stati Uniti lo accettino culturalmente. Non saranno da meno i paesi europei: Francia, Portogallo, Italia e Spagna infatti lo bandiranno per tutti gli anni Cinquanta. E alla fine, per segnarne lo scatto storico definitivo, ci vorrà Lei, icona universale di bellezza e sensualità, ma soprattutto perla dell’avanguardia femminista (quella giocata sul costume sociale più che sulle battaglie politiche). Con il suo stile nature e selvaggio, con i capelli biondissimi ed arruffati, con un accenno di strabismo di Venere e un corpo senza tempo… Sarà Brigitte Bardot a rendere il bikini prima un caso mondano di cui discutere, e poi un trend intramontabile.
Le basterà poco: il coraggio di portarlo sul grande schermo, insieme al marito dell’epoca, il regista Roger Vadim, con il film del 1956 E dio creò la donna. Alla pellicola francese rimarrà il merito di aver lanciato diversi miti a livello internazionale: Saint-Tropez, location sconosciuta che diventerà ambitissima; Jean-Louis Trintignant, co-protagonista maschile che diverrà uno dei più grandi volti maschili del cinema; Brigitte Bardot e il bikini. Questi ultimi insieme, con una sinergia storica innegabile. Tacciato di indecenza, volgarità e mediocrità, trovato oltraggioso da buona parte di pubblico e critica, Et Dieu… créa la femme – azzeccatissimo titolo originale del film – lancerà nel mondo il mito Bardot e la bomba-bikini. Se non l’avesse indossato lei, nessuno ne avrebbe parlato davvero.