Sale fino a 14 su 20 il numero delle regioni che hanno deciso di rinviare ancora il ritorno in classe dei ragazzi delle superiori. Prima fissato al 7 gennaio, il rientro a scuola era poi slittato, per volontà del governo, a lunedì 11 gennaio. Ma fra due giorni saranno ben pochi gli studenti che siederanno fra i banchi. Mentre le scuole elementari e medie hanno ripreso in presenza in varie regioni, gli istituti superiori sono nel caos.
Trasporti pubblici, orari e ingressi scaglionati
C’è il problema dei trasporti pubblici a rischio affollamento, degli orari scaglionati per l’ingresso a scuola la mattina, del fare cioè di tutto per evitare assembramenti nei licei e negli istituti tecnici, vere e propri “cittadelle” con migliaia di giovani presenti insieme allo stesso momento. E monta la polemica dentro alla maggioranza di governo. I Cinque stelle si dicono “traditi” dal Pd, come sostiene la senatrice Bianca Granato, secondo quanto riporta l’Ansa. Mentre il segretario dei democratici, Nicola Zingaretti, si rivolge direttamente alla ministra Lucia Azzolina per dire, anche come presidente regionale del Lazio, che con la riapertura “la politica e i partiti non c’entrano nulla”. Perché si tratta di scelte che toccano “la vita e la sicurezza delle persone”.
In tanti fra i banchi ma solo a febbraio
In alcuni casi i governatori hanno deciso di lasciare a casa per le prossime settimane anche gli alunni delle medie e delle elementari. In altre, come Calabria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche e Sicilia, i ragazzi delle superiori torneranno in aula il primo febbraio. Come se non bastasse Lazio, Emilia Romagna, Umbria e Sicilia si sono aggiunte al fronte delle regioni che già nei giorni scorsi avevano deciso di lasciare in didattica a distanza i propri alunni.
Dad diversa da regione a regione
Ognuno però ha scelto modalità e date diverse. I ragazzi delle superiori del Lazio rimarranno in dad fino al 17 gennaio (data già decisa da giorni anche in Molise e in Piemonte). La dad è fino al 24 in Emilia Romagna e in Lombardia mentre in Sicilia il governatore Musumeci ha deciso per la sospensione delle attività didattiche in presenza fino al 16 gennaio per le scuole elementari e medie inferiori. E fino al 30 gennaio per gli istituti superiori. In Umbria la Regione ha deciso didattica “esclusivamente a distanza” fino al 23 gennaio nelle scuole superiori. Soltanto la Toscana, l’Abruzzo e la Valle d’Aosta sono pronte a far tornare gli studenti in classe l’11 gennaio. In questo modo aggiungendosi all’Alto Adige dove le lezioni in presenza sono riprese dal 7 gennaio anche se non per il 100% dei ragazzi.
Duri i sindacati: “Chiarezza dal governo”
“Così è il caos: chiediamo che il governo, a fronte del fallimento delle misure che andavano adottate, si assuma la responsabilità del rinvio dell’apertura delle attività didattiche in presenza. Non si deleghi più nulla alle Regioni”, chiede la Flc Cgil. E mentre da febbraio si faranno i vaccini alle persone anziane con più di 80 anni e ai docenti, si muove il governatore della Lombardia. Attilio Fontana annuncia che partirà a breve una sperimentazione mirata basata sullo screening di studenti e docenti delle scuole secondarie di secondo grado. L’obiettivo è quello di verificare concretamente l’incidenza del virus. Per il governatore della Puglia Michele Emiliano, invece, “è irresponsabile incoraggiare la scelta della didattica in presenza per gli studenti che potrebbero rimanere a casa”.