Covid, Italia zona gialla ma con 5 regioni arancioni. Fontana: “Lombardia a rischio zona rossa”. Scuola, Azzolina: “La Dad non basta più”
L'Area gialla però è "rafforzata": non si può uscire dalla propria regione
L’Italia ritorna alla zona gialla. Ma “rafforzata”. Da oggi 11 gennaio fino al nuovo Dpcm che il governo sta preparando (in vigore da 16 gennaio) tutte le regioni tranne 5 godranno di un po’ di “libertà” in più. L’emergenza Coronavirus resta alta ma non c’è, al momento, la necessità di un lockdown generalizzato. Salvo il fatto che restano in zona arancione Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Sicilia e Calabria. Da Milano però il governatore Attilio Fontana avverte: “La Lombardia rischia di passare presto a zona rossa”. Anche la scuola torna al centro dell’attenzione. “La didattica a distanza non funziona più”, dice la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
Zona gialla: bar, negozi e coprifuoco
L’Italia rientra in zona gialla, dunque. Valgono le stesse regole che erano in vigore prima del periodo natalizio, con un’importante eccezione. Non si può uscire dalla propria regione di residenza. Se non per motivi di lavoro, salute o emergenza. È infatti una zona gialla rafforzata quelle in cui il Paese si trova per questa settimana appena cominciata. Bar e ristoranti potranno restare aperti fino alle 18 per consumare all’interno dei locali. Dopo quell’ora sarà concesso solo l’asporto (fino alle 22) o la consegna a domicilio. I negozi saranno aperti nei giorni feriali anche nei centri commerciali secondo i normali orari previsti dai Comuni in cui si trovano, ma saranno costretti ad abbassare le serrande nei festivi e prefestivi. Le palestre e le piscine resteranno chiuse. Resta il coprifuoco sempre dalle 22 alle 5 del giorno seguente.
Zona arancione: spostamenti e cibo da asporto
Sono consentiti gli spostamenti nel proprio Comune all’interno delle zone arancioni. Non si deve presentare l’autocertificazione. Non ci si potrà spostare in altri Comuni o regioni, se non per motivi di lavoro, salute o emergenze. Bar e ristoranti aperti solo per asporto o consegna. Negozi al dettaglio aperti, centri commerciali chiusi nei giorni festivi e prefestivi. Chiuse palestre e piscine. Anche in questo caso resta in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino successivo.
Lombardia verso misure più drastiche
Fra le cinque regioni in zona arancione c’è la Lombardia. Ma la situazione non è rosea. La scorsa settimana l’Rt si è improvvisamente innalzato a 1,24 e tenendo conto dei nuovi parametri ci stiamo sicuramente avvicinando alla zona rossa”. Lo ha spiegato il presidente della Lombardia Attilio Fontana a Sky TG24. “Mi auguro che questi numeri si invertano” ha aggiunto, “ma se ciò non avverrà il rischio della zona rossa è più che concreto.” E in questo caso, la zona rossa prevede “la chiusura delle scuole”, tutte. “Stiamo peggiorando in tutti i parametri”.
Didattica in presenza, rientro in classe rinviato
“Sono molto preoccupata, oggi la didattica a distanza non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati”. Lo afferma il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Sì, perché oggi 11 gennaio avrebbe dovuto essere il giorno del rientro in classe, al 50%, per gli studenti delle scuole superiori. Ma non è così. Soltanto tre Regioni – Abruzzo, Toscana e Valle d’Aosta – si sono uniformate alla data di rientro in classe decisa dal governo. Mentre l’Alto Adige aveva già ripreso la didattica in presenza dal 7 gennaio. Nelle restanti regioni, il ritorno in classe – sempre al 50% – è stato spostato al 18 gennaio. Così in Piemonte, Lazio, Liguria e Molise. O al 25 gennaio come in Lombardia e Campania, in Umbria ed Emilia Romagna. Cominceranno addirittura il 1° febbraio Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Calabria, Sardegna, Sicilia e Basilicata.