Siamo quasi alla metà di gennaio e non si vede la via d’uscita di quella che, ufficialmente, è una “verifica di governo” ma che invece, tradotto dal politichese, significa crisi quasi conclamata. I duellanti Matteo Renzi e Giuseppe Conte devono però considerare l’irritazione del Quirinale. Sergio Mattarella guarda con attenzione alla imminente crisi dell’esecutivo. E la priorità del presidente, secondo quanto riportano diversi analisti, è soltanto una: avviare il Recovery plan per mettere in sicurezza i fondi del programma Next Generation Eu, il cosiddetto Recovery fund.

Il Quirinale non vuole salti nel buio

Il Capo dello Stato, anticipano i maggiori quotidiani, insiste per l’approvazione del Recovery. Soltanto dopo questo cruciale passaggio è intenzionato ad accettare l’ipotesi delle dimissioni del premier Giuseppe Conte. E quindi, eventualmente, della formazione di una nuova maggioranza. In questa ridda di ipotesi c’è anche il cosiddetto Conte Ter: sarebbe il terzo governo guidato all’avvocato pugliese in quota M5S. Il quale, però, da tempo, secondo i rumors di Palazzo, sonda il terreno in vista di una formazione politica tutta sua. Un po’ sul modello di ciò che avvenne nel 2012 con l’allora premier Mario Monti. Certo, l’esperimento politico di Scelta Civica non fu un grande successo, ma ora le condizioni sono cambiate. E Conte, di fronte agli attacchi di Renzi, potrebbe fare i suoi calcoli per poi tornare in sella più forte.

L’ambiguità di una crisi non “ufficiale”

La moral suasion del Quirinale non riguarda, a quanto sembra, un tentativo di congelare la crisi strisciante, dopo le reiterate proteste di essere rimasta “inascoltata” dal premier che Italia Viva continua a rimarcare. Mattarella non può e non vuole interferire nelle dinamiche della politica, siano esse informali o scaturiscano invece in formali passaggi parlamentari. Il presidente della Repubblica salvaguarda il suo ruolo istituzionale e invita a soppesare le vere priorità del Paese. La preoccupazione del Colle è semplice: si deve a tutti i costi ridurre il danno che lo stallo attuale rischia di produrre. Seguito magari da una crisi al buio che potrebbe culminare in voto anticipato. L’Italia è in piena pandemia. I vaccini sono ancora pochi. È quasi certa una terza ondata di coronavirus. La recessione economica è violenta. In un quadro come questo Mattarella farà tutto il possibile perché prevalga in tutti lo spirito dei “costruttori”. Quelli che, come categoria, ha additato a esempio nel discorso di fine anno agli italiani.