Arriverà domani 12 gennaio, con 47mila dosi in consegna, il primo carico di vaccini della casa farmaceutica Moderna destinato all’Italia. Lo stock giungerà a Roma e sarà portato all’Istituto Superiore di Sanità, per poi essere distribuito in alcune Regioni. Per questo primo lotto si sta valutando l’ipotesi di una consegna alle Regioni “virtuose”. Ovvero quelle che in questa fase riescono a smaltire, attraverso un numero elevato di somministrazioni, più rapidamente le dosi. Intanto sta giungendo in queste ore il terzo carico di vaccini Pfizer destinato al nostro Paese. Le consegne proseguiranno anche le prossime ore termineranno entro mercoledì.
Si sta valutando la possibilità di indicare ulteriori categorie per questa prima fase della campagna, con la dotazione di dosi Pfizer. Oltre a medici e ospiti delle Rsa, potrebbero partire già in questi giorni – allo scopo di limitare i decessi e gli ingressi in terapia intensiva – le vaccinazioni degli anziani over 80. A seguire, tra le altre categorie, ci sarebbero i docenti e il personale scolastico.
Notizie in tema di Covid anche sul fronte della ricerca scientifica. È stato trovato il paziente zero italiano: si tratta di una 25enne milanese. La ragazza si era sottoposta a una biopsia della pelle per una dermatosi atipica il 10 novembre 2019. Prima, cioè, del bambino di cui si era documentata la presenza del coronavirus a dicembre 2019. A condurre la ricerca, nata studiando quei casi di infezione in cui c’è un sintomo cutaneo, i ricercatori dell’Università Statale di Milano, guidati da Raffaele Gianotti. La ricerca è apparsa sul British Journal of dermatology, la rivista più rinomata in campo dermatologico. Sulla base dei dati presenti in letteratura mondiale questo è il più antico riscontro della presenza del virus Sars-CoV-2 in un essere umano.
“Nel caso della 25enne – ha spiegato Giovanni Fellegara, responsabile del Laboratorio di Anatomia Patologica del Centro Diagnostico Italiano – è stato possibile dimostrare la presenza di antigeni virali nelle ghiandole sudoripare”. “Abbiamo dimostrato la presenza di sequenze virali Sars-CoV-2, anche quantitativamente scarse, sul preparato istologico del 2019. E anche in sei pazienti del 2020 affetti solo da dermatosi ma senza sintomi sistemici da infezione Covid-19″ aggiunge Massimo Barberis, direttore dell’Unità Clinica di Diagnostica Istopatologica e Molecolare dell’Istituto Europeo di Oncologia. Contattata a posteriori, la paziente zero, che presentava come unico sintomo la dermatosi, ha riferito assenza di sintomi sistemici da infezione da Covid-19. Ma anche la scomparsa delle lesioni cutanee dopo cinque mesi e la positività degli anticorpi anti Sars-CoV-2 nel sangue periferico a giugno 2020.
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