Da Parasite a Venezia78: è Bong Joon-ho il prossimo presidente di giuria
Bong Joon-ho, il regista del film-caso Parasite (che ha sbancato prima a Cannes e poi agli Oscar) sarà il presidente di giuria di Venezia78. E ci sono parecchi motivi per cui esserne felici.
La nomina di Bong Joon-ho come presidente di giuria della 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia era non solo prevedibile ma anche auspicatissima (e non sempre le due cose coincidono). Golden Globe, Palma d’Oro e Oscar, su tutti: dopo l’incetta di premi nel corso dell’ultimo anno e mezzo, il regista sudcoreano arriverà in Italia, a presiedere la giura del Festival, per la nuova edizione che partirà il prossimo 11 settembre.
Il successo di Parasite
Con 4 statuette vinte a fronte delle 6 nomination, Parasite e Bong Joon-ho hanno scritto la storia dell’Academy. Si tratta, di fatto, del primo film a vincere il premio con il nuovo titolo assegnato: dal 2020 Miglior Film ‘Internazionale’ anziché ‘in lingua straniera’.
Una svettata imprevista, quella del regista sudcoreano, arrivata a 51 anni con all’attivo 20 anni di carriera. Prima di Parasite, infatti, Bong Joon-ho aveva già alle spalle 6 film che adesso sono tornati all’attenzione sia del pubblico che della critica internazionale. Di fronte alla platea del Dolby Theatre il regista aveva dedicato le statuette alla sua Corea del Sud e al collega Martin Scorsese, che «quando nessuno mi conosceva, ha sempre messo i miei film nella sua lista dei preferiti».
L’attacco di Trump al film e a Bong Joon-ho
Tra l’entusiasmo unanime erano arrivate anche le derisioni di Trump. Anziché accogliere e condividere il successo (non solo cinematografico ma anche politico) di Parasite, il presidente in carica aveva commentato: «Quanto ha fatto male l’Academy Awards quest’anno. Abbiamo avuto tanti problemi con la Corea del Sud per il commercio, e loro l’hanno premiata con il miglior film dell’anno». E se rimarrà nella storia quel «possiamo tornare per favore a Via col Vento?» di Donald Trump – che oggi suona ancora più equivoco, a fronte delle ultime polemiche che hanno coinvolto la pellicola del ’39- non dimentichiamo neanche la risposta della Neon, casa di produzione di Parasite: «È comprensibile che Trump non comprenda i sottotitoli del film: non sa leggere».
Ma Bong Joon-ho ha anche portato Parasite – e la cultura sudcoreana che rappresenta – ad uno status di popolarità che difficilmente tocca i film non-occidentali, e in particolare i non-hollywoodiani. Basti pensare che, oltre ad essere argomento di dibattito ovunque, perfino la pizza nei cartoni che mangiano i protagonisti del film (una banalissima italian fake pizza, dopotutto) è diventata virale. E non è da meno il fatto che la HBO abbia acquisito i diritti del film, senza farselo ripetere due volte, per farne una serie tv. Insomma, lo sguardo che Bong Joon-ho porterà sui film in concorso a Venezia78 potrebbe essere uno degli aspetti più innovativi della prossima edizione.