Il “d-day” sarà il 17 gennaio. Dopo l’entrata in vigore del nuovo Dpcm anti Covid e relative restrizioni, domani 16 gennaio, sarà infatti da domenica che scatterà la nuova divisione dell’Italia a tre colori per fasce di rischio pandemico. Il fine settimana sarà caratterizzato anche dalle intense trattative in corso tra le forze politiche per la risoluzione della crisi di governo. E ora al Senato esce allo scoperto il gruppo dei “costruttori”: pronti a sostenere Conte al momento del voto in Aula all’inizio della prossima settimana.

Tre regioni in zona rossa

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza, sulla base dei dati e delle indicazioni della cabina di regia. In zona rossa andranno subito la provincia autonoma di Bolzano, la Lombardia e la Sicilia. Delusione nei governatori che hanno appreso la decisione arrivata da Roma. “È una misura punitiva che non meritiamo” argomenta il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. Nelle regioni in zona rossa con lunedì prossimo 18 gennaio non ripartirà la scuola in presenza. Dai ragazzi di seconda media in avanti, tutte le superiori comprese, resterà la didattica a distanza, salvo diverse ordinanze regionali.

Dodici regioni in zona arancione

Rispetto alla graduatoria delle regioni per rischio Covid, si apprende anche quali siano, sempre dal 17 gennaio, le regioni in zona arancione, ovvero la maggioranza. Vanno in zona arancione: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano sempre in arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto.

Sei regioni in zona gialla

La Campania insieme ad altre cinque regioni resterà in fascia gialla. Si tratta di Sardegna, Basilicata, Toscana, Provincia Autonoma di Trento, Molise. I ragazzi delle scuole superiori delle Regioni “gialle e arancioni” torneranno a scuola lunedì 18 gennaio almeno al 50% della presenza.

Al Senato il gruppo Maie-Italia23

Nasce proprio in queste ore al Senato il gruppo Maie-Italia23: un drappello di senatori da varia estrazione pronti a non far cadere il Governo Conte in piena pandemia. Dopo le dimissioni, per volontà di Matteo Renzi, delle ministre Bonetti e Bellanova, e del sottosegretario Scalfarotto, Italia Viva potrebbe staccare la spina all’esecutivo anche in Parlamento. Ma ora arrivano i “costruttori”: “Per costruire uno spazio politico che ha come punto di riferimento Giuseppe Conte” affermano.

“Non cerchiamo responsabili ma costruttori”

Lo ha annunciato Ricardo Merlo, presidente del gruppo Maie (Movimento associativo italiani all’estero) e sottosegretario agli Esteri. “Non cerchiamo responsabili – ha precisato – ma costruttori, a cui l’unica cosa che offriamo è una prospettiva politica per il futuro”. Ossia “per poter costruire un percorso di rinascita e resilienza nell’interesse dell’Italia“. Tutto ciò “soprattutto in un momento così difficile come quello che stiamo vivendo, tra la crisi sanitaria che continua a mordere e quella economica che ha messo in ginocchio imprese, attività commerciali e famiglie”. A questo punto è probabile una sfida all’ultimo voto, sul filo di lana, al Senato martedì 19 gennaio. Meno difficile, per Conte, ottenere l’approvazione alla Camera, lunedì, se non cambierà il calendario della crisi.