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Nuovo Dpcm dal 16 gennaio: le regioni a rischio zona rossa. Crisi di governo: Conte chiede il voto in Aula, giorni decisivi

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Ultime modifiche al nuovo Dpcm anti Covid che entrerà in vigore da domani 16 gennaio. Ci aspettano due mesi di restrizioni. Quasi tutta Italia andrà in zona arancione. Divieto di spostarsi tra le regioni fino al 15 febbraio, con Lombardia e Sicilia che da domenica potrebbero essere le prime zone rosse del 2021. Sul fronte della crisi di governo, intanto, il premier Conte fa le sue mosse. E chiede il confronto, e il voto, in Aula. Il calendario prevede che il presidente del Consiglio riferisca alla Camera lunedì 18 e al Senato martedì 19. Giornate decisive. I parlamentari dovranno scoprire le carte e confermare o meno la fiducia all’esecutivo. A seconda dell’esito del voto il Governo Conte potrebbe dimettersi o andare avanti.

Giro di vite contro la pandemia

Entrerà in vigore fra poche ore, dunque, da sabato 16, la nuova stretta per il nostro Paese. Le ultime modifiche al Dpcm valido dal 16 gennaio sono state illustrate dall’esecutivo nella riunione con le Regioni, i Comuni e le province. Nessun passo indietro, con il rinnovo di tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5. Le scuole superiori in didattica a distanza al 50% da lunedì 18 e l’inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì.

Regioni fra zona rossa e arancione

Con indice di trasmissibilità del virus Rt 1 o con un livello di rischio “alto”, ma anche con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione. Le regioni che invece dovessero mostrare via via un indice Rt a 1,25 andranno automaticamente in rosso. Quasi tutte le regioni rischiano l’arancione adesso. Ma la Lombardia e la Sicilia molto probabilmente entreranno subito in zona rossa dopo le ordinanze del minsitro della Salute, questo fine settimana.

Limite alle visite fino al 5 marzo

Per le visite private resta il limite di 2 persone , fino al 5 marzo. E sarà in vigore anche la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione. Purché questa sia in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa. E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni. Ma solo dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 chilometri, e mai verso i capoluoghi di provincia.

Bar, negozi e impianti di sci

Per i bar e le attività commerciali che vendono bevande e alcolici, come le enoteche, scatta il divieto di vendita da asporto alle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni. “Non porta vantaggi significativi sul piano della prevenzione e al contrario rischia di rappresentare un ulteriore fattore negativo di tensione sociale ed economica sui territori” ha detto il presidente della Conferenza Stato Regioni Stefano Bonaccini a nome di tutti i governatori. Gli impianti sciistici non riapriranno almeno fino al 15 febbraio, nonostante alcuni presidenti chiedano che almeno nelle zone gialle sia consentita l’attività ai soli residenti. Chiuse anche palestre e piscine – anche se si continua a lavorare per consentire la ripresa almeno agli sport individuali nelle zone gialle – così come cinema e teatri.

La zona bianca

Tornano invece le crociere ed è confermata l’apertura dei musei, ma solo nelle regioni gialle e solo nei giorni feriali. “È un servizio ai residenti – ha sottolineato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini – è un primo passo, un segnale di riapertura” per il futuro. Con il decreto viene introdotta, infine, la zona bianca, in cui le uniche restrizioni sono il distanziamento e l’uso della mascherina. Ma i parametri per entrarci – 3 settimane consecutive di incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio basso – sono severi. Occorreranno mesi, in sostanza, prima che una regione possa entrare stabilmente in zona bianca a rischio quasi nullo.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma. Ha scritto La Storia di Asti e la Storia di Pisa per Typimedia Editore. Segui Domenico su Facebook Segui Domenico su Linkedin

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