AGGIORNAMENTO ORE 15:00 – Le scuole superiori possono riaprire in presenza nella misura del 50% e fino al 75% come previsto dal Dpcm del 14 gennaio. Sarebbe questo il parere degli esperti del Comitato tecnico scientifico (Cts) che che si sono riuniti d’urgenza oggi 17 gennaio. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, aveva loro chiesto un’indicazione sul ritorno in classe degli allievi dei licei e degli altri istituti superiori. Da domani 18 gennaio, dunque, le scuole vanno riaperte. Non solo. Secondo gli esperti, se qualche presidente di regione decidesse diversamente, “se ne assumerebbe la responsabilità”. Sembra accentuarsi, quindi, il conflitto tra governo nazionale e territori locali sul nodo del rapporto fra riapertura scolastica ed emergenza Covid. Diverse regioni, infatti hanno già rinviato la riapertura: alcune al 25 gennaio, altre addirittura al 1 febbraio.

 

Alla vigilia della riapertura delle scuole superiori, domani 18 gennaio, per alcune regioni si fa strada l’ipotesi di un possibile rinvio. La pandemia di Covid avanza e in Italia non c’è traccia di un rallentamento della curva del contagi di Coronavirus. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha convocato per oggi 17 gennaio una riunione dell’ultim’ora sul problema scuola. I membri del Comitato tecnico scientifico (Cts) che affianca il governo si vedranno a breve. Speranza vuole da loro un parere definitivo sul ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori (al 50%) e su un eventuale rinvio della didattica in presenza.

Le regioni e la Dad

Gli esperti da giorni insistono sulla necessità di misure severe per contrastare l’epidemia e tutelare la campagna di vaccinazione. Mentre il mondo della scuola è in fermento e chiede il ritorno alle lezioni in presenza e la fine della Dad. Al momento, era previsto il ritorno degli studenti da domani lunedì 18 gennaio, in aula nelle superiori, con presenze del 50%. Questo per ciò che riguarda le seguenti regioni: Lazio, Piemonte, Molise e Emilia Romagna. In Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta, come da indicazioni del governo, avevano dato il via libera alla presenza al 50% l’11 gennaio scorso. Dal canto suo l’Alto Adige in pratica aveva fatto da regione apripista (con tutte le scuole) già da martedì 7 gennaio. Stessa cosa in Trentino.

Il caso di Lombardia e Sicilia

Si sarebbe dovuti tornare in classe anche in Lombardia e Sicilia, ma essendo state dichiarate regioni in zona rossa, le superiori continueranno con la didattica a distanza. Classificata zona rossa dal governo, come Lombardia e Sicilia, la provincia autonoma di Bolzano ha deciso di continuare con una presenza in classe minima del 50% fino ad un massimo del 75%.

Rientro scaglionato

Per quanto riguarda le altre regioni, in Liguria e Umbria si riapre il 25 gennaio. Stessa data per Campania e Puglia, sebbene manchino ancora le decisioni ufficiali dei governatori. La campanella degli istituti superiori di secondo grado tornerà a suonare, sempre con il massimo del 50% di presenza e senza nuove ordinanze dei presidenti di Regione, solo dal 1 febbraio in altre regioni. Ovvero: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche, Sardegna, Calabria e Basilicata.