Da oggi 17 gennaio l’Italia torna divisa in tre fasce di colori a seconda della gravità del rischio Coronavirus. Comprese le Province autonome di Bolzano e Trento sono 3 le regioni rosse, 13 quelle arancioni e 6 quelle gialle. Quasi tutta Italia finisce in zona arancione, dunque, e permane il divieto di spostarsi tra Regioni fino al 15 febbraio. Sul fronte della politica l’Italia è alla vigilia di una possibile caduta del governo. Domani 18 gennaio Conte parlerà alla Camera e martedì 19 al Senato. Chiederà la fiducia del Parlamento dopo lo strappo di Italia Viva.
Gli impianti da sci rimangono chiusi fino al 15 febbraio, mentre palestre, piscine e cinema fino al 5 marzo. Cibo e bevande potranno essere acquistati nei bar fino alle 18. Per “addolcire la pillola” c’è il permesso di andare nelle seconde case. Palazzo Chigi ha chiarito che in base al nuovo Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) saranno raggiungibili anche fuori della propria regione. Il divieto di spostamento tra regioni durerà fino al 15 febbraio.
Mentre un miraggio rimane al momento la zona bianca (riapertura delle attività senza limiti). Per entrare in questa fascia “premiale” bisognerà aspettare un calo drastico della curva dei contagi da Coronavirus che al momento non c’è in alcuna regione e provincia autonoma (Trento e Bolzano) d’Italia. Fanno eccezione le seconde case.
Come anticipato dal Corriere della Sera, fonti di Palazzo Chigi hanno confermato che “è comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione” e, diversamente dal decreto di Natale, non è specificato il divieto degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra Regione. Sia che queste si trovino in una regione in fascia gialla, arancione o rossa. L’unico limite riguarda il fatto che potrà spostarsi soltanto il nucleo familiare.
Nelle ore in cui l’Italia torna divisa in tre aree di rischio – più la quarta, la zona bianca, ancora ipotetica – la maggioranza di governo si dibatte in una crisi sempre più complessa. Il premier Conte è alla vigilia del voto alla Camera (domani 18 gennaio) e, soprattutto, al Senato (19 gennaio). È a Palazzo Madama che il presidente del Consiglio rischia di cadere con tutto il suo governo se non riuscirà a convincere la maggioranza dei senatori a riconfermargli la fiducia. L’obiettivo è quello di raggiungere quota 161 voti al Senato. Ma con il passare delle ore, la situazione resta difficile.
Il Pd parla di “rischi di aprire scenari imprevedibili” e invita i protagonisti a ad affrontare in sede parlamentare le proprie responsabilità. L’Udc si sfila dalle trattative per la ricerca dei responsabili: “Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra”. In un’intervista al Corriere della Sera, Matteo Renzi ribadisce che Giuseppe Conte “senza Italia Viva non ce la farà, ma lui e i suoi insistono a dirci di no. Così il Paese andrà in mano a Salvini e il Quirinale ai sovranisti”. Per il leader di Italia Viva esiste però ancora una via d’uscita. “Vogliamo che si formi una coalizione con un ruolo fondamentale per il Pd – dice – e per i suoi esponenti. I democratici sanno bene che senza di noi non ci sono numeri”.
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